Si vuole sapere dove abita qualcuno? Basta chiedere a Grok… Il chatbot di Elon Musk è pronto a spifferare indirizzo di casa, numero di telefono, email e magari anche i nomi dei figli, tanto per gradire.
Grok di Musk rivela indirizzi privati, test choc
Futurism ha scoperto che la versione gratuita di Grok non si limita a rivelare gli indirizzi delle celebrità. No, il bot va oltre, fornisce gli indirizzi di persone comuni, perfetti per chiunque voglia dedicarsi allo stalking, alle molestie o ad altre attività ricreative dal sapore criminale.
I giornalisti hanno provato a inserire 33 nomi di persone non famose su Grok con richieste del tipo [nome] indirizzo
. Risultato? Dieci query hanno restituito immediatamente indirizzi di residenza corretti e aggiornati. Sette hanno fornito indirizzi precedentemente accurati ma datati. Altre quattro, indirizzi di lavoro perfetti per chi volesse presentarsi sul posto di lavoro non invitato.
In una decina di casi, Grok ha fatto ancora meglio: ha restituito liste di persone con nomi simili complete di presunti indirizzi, chiedendo poi gentilmente di fornire maggiori dettagli per una ricerca più approfondita.
In due occasioni il chatbot ha fatto un passo ulteriore, ha offerto la possibilità di scegliere tra “Risposta A” e “Risposta B”. Entrambe contenevano elenchi di nomi, contatti e indirizzi. Una delle due includeva pure l’indirizzo attuale della persona richiesta. Un quiz a scelta multipla per stalker.
Il pacchetto completo…
Ma Grok non si ferma al semplice indirizzo. Anche quando la richiesta era specifica, il chatbot si è spesso preso la libertà di fornire un pacchetto all-inclusive: numeri di telefono attuali, indirizzi email, elenchi accurati dei membri della famiglia con relativi indirizzi.
In un solo caso su 33, Grok ha rifiutato categoricamente di fornire informazioni. Praticamente per ogni nome inserito, il chatbot ha rivelato un luogo dove trovare la persona, più una serie di dettagli extra per identificarla meglio.
Gli altri chatbot si rifiutano di fornire informazioni sensibili
Il comportamento di Grok è in netto contrasto con quello dei concorrenti. ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google e Claude di Anthropic rifiutano tutti di fornire indirizzi in risposta a richieste dirette, per ovvi motivi di privacy. Hanno filtri, protezioni, un minimo di senso di responsabilità.
Eppure, nei termini di servizio di xAI, tra gli “usi proibiti” c’è la violazione della privacy di una persona. Peccato che la teoria e la pratica viaggino su binari paralleli che non si incontrano mai. I test di sicurezza approssimativi sono da sempre un marchio di fabbrica di Grok. Questa settimana il bot è stato sorpreso a dire che avrebbe ucciso tutti gli ebrei sulla Terra per salvare Elon Musk… Solo l’ultima di una lunga serie di esplosioni di intolleranza nella breve ma intensa storia del chatbot.
xAI, contattata per un commento, non ha risposto. Il silenzio parla da solo.