Grouper e gli spezzoni di film gratuiti

Grouper e gli spezzoni di film gratuiti

Il video portal di Sony offre la possibilità di utilizzare spezzoni di film famosi senza infrangere alcun copyright. Ambiente proprietario ma filosofia più aperta che in passato
Il video portal di Sony offre la possibilità di utilizzare spezzoni di film famosi senza infrangere alcun copyright. Ambiente proprietario ma filosofia più aperta che in passato

Grouper , il portale di video broadcasting acquistato lo scorso agosto da Sony Pictures Entertainment per 65 milioni di dollari, ha cominciato ad offrire la possibilità di utilizzare spezzoni da oltre 100 pellicole e spettacoli televisivi di proprietà della sussidiaria del colosso nipponico, senza che questo significhi infrangere alcun copyright.

L’azienda ha annunciato che gli spezzoni potranno essere visionati, integrati nei blog e nei portali come MySpace dagli utenti che lo vorranno, senza il rischio di dover incappare nella violazione del relativo copyright.

L’acquisto da parte di Sony, e la successiva disponibilità degli innumerevoli franchise di proprietà della multinazionale, ha permesso a Grouper, già denunciato da Universal per la distribuzione di materiale illegale da parte degli utenti, di rispondere alla necessità di individuare usi legittimi di questo genere di servizi , offrendo nel contempo a Sony stessa un metodo innovativo per promuovere i propri contenuti e l’acquisto delle pellicole complete.

Su ogni spezzone presente nel nuovo canale ScreenBites su Grouper verrà così integrato un link diretto all’acquisto del DVD originale. “La vera sfida è sviluppare il giusto modello commerciale” ha dichiarato a riguardo il CEO di Grouper Josh Felser: “Vogliamo che i titolari dei diritti d’autore si sentano a proprio agio. Una gran parte di questo genere di servizi funziona perché si tratta di materiale promozionale, e Sony sta promuovendo la vendita dei propri contenuti in un modo che non è mai stato provato finora”.

Felser sottolinea come ScreenBites sia un frutto diretto dell’acquisto da parte di Sony, senza il quale una simile iniziativa non avrebbe mai visto la luce. Ed espone i propri dubbi sulla possibilità che sia replicata da competitor che non abbiano alle spalle una grossa multinazionale cinematografica.

L’indipendenza dalle major costa cara , come ben sanno i freschi sposi Google Video e YouTube : i video portali più popolari tra gli internauti si barcamenano tra richieste di rimozione dei contenuti illegali , pagamenti preventivi e cause che promettono un nuovo assalto alla diligenza dei polposi guadagni contenuti nel portafogli del colosso di Mountain View.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 14 nov 2006
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