GVoice, l'ora della Mela

GVoice, l'ora della Mela

Il servizio di telefonia made in Mountain View è una web application. Sarà disponibile per tutti gli OS di Palm Pre e per i firmware di iPhone a partire dal 3.0. Sull'app nativa, ancora nessuna notizia per Google
Il servizio di telefonia made in Mountain View è una web application. Sarà disponibile per tutti gli OS di Palm Pre e per i firmware di iPhone a partire dal 3.0. Sull'app nativa, ancora nessuna notizia per Google

La sua corsa verso le porte virtuali del negozio delle applicazioni di Apple era stata affannosa, trafelata. Google Voice ha dunque scelto un’altra strada, mettendo a disposizione la sua web application . Lo ha annunciato recentemente Vincent Paquet, product manager di BigG: gli utenti del Melafonino potranno ora trovare nel browser le funzionalità del servizio di telefonia made in Mountain View .

GVoice sarà quindi disponibile negli States anche per i possessori di iPhone e Palm Pre , in qualità di applicazione web based da far girare sullo smartphone di Apple che montino la versione 3.0 del firmware e successive e su praticamente tutti gli OS all’interno dei dispositivi Palm. “Veicolare i servizi di Google attraverso i browser mobile ha funzionato bene per la squadra di Gmail – ha esordito un post sul blog ufficiale di BigG – così abbiamo deciso di mantenere lo stesso approccio per Google Voice”.

L’applicazione di GVoice per iPhone e Palm Pre è stata sviluppata sfruttando alcune delle caratteristiche di HTML5, il che renderà più veloci le sue funzionalità, permettendo all’utente di memorizzare in locale i dati oltre ad usufruire dei tag vocali. Per esempio – come ha spiegato il post di BigG – AppCache lascia che l’utente interagisca con la sua app anche senza essere connesso. Grazie a un database locale, i dati non verranno perduti una volta chiuso il browser.

Dal sito ufficiale del servizio, Google ha fatto sapere che tra le caratteristiche di GVoice ci sarà la possibilità di mantenere un numero Google per chiamate e messaggi di testo. Le mail vocali sono trascritte in automatico per permettere la lettura da parte dell’utente. “Uno dei grandi valori aggiunti delle web app – ha continuato il post – è che non bisogna scaricarle e installarle sul proprio telefono”. Basteranno URL e account GVoice.

Si tratta quindi di un’applicazione web-based. “Non abbiamo ricevuto aggiornamenti riguardo la nostra applicazione nativa per iPhone”, come ha spiegato Vincent Paquet. Il product manager ha comunque sottolineato come non ci siano particolari differenze tra le due, al di là di una questione legata all’interfaccia del browser.

Durante la scorsa estate, più di un osservatore aveva parlato di una scarsa chiarezza da parte di Apple nel rapporto tra il suo smartphone e alcuni dei servizi sviluppati da Mountain View. L’introduzione di Google Voice avrebbe comportato una sostituzione con il dialer originale del Melafonino, finendo per confondere non poco gli utenti. Con la stessa logica, era stato rifiutato anche Google Latitude, in rotta di collisione con l’applicazione mappe standard di iPhone.

Latitude era quindi passato in qualità di web application , mentre un’inchiesta da parte della Federal Communications Commission (FCC) tirava in ballo anche AT&T con il sospetto di aver fatto pressione per fermare il servizio di chiamate di Google. Apple, da par suo, aveva affermato di non aver rifiutato GVoice. Ora che il servizio è entrato nel suo browser, Cupertino metterà ancora una volta alla prova il suo spirito di sportività.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 27 gen 2010
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