GVoice, cento di questi blocchi

GVoice, cento di questi blocchi

Google avrebbe trovato il modo per non bloccare interi prefissi ma solo singoli numeri telefonici. Risponde all'attacco di AT&T e chiede il via libera alla FCC
Google avrebbe trovato il modo per non bloccare interi prefissi ma solo singoli numeri telefonici. Risponde all'attacco di AT&T e chiede il via libera alla FCC

Si chiude oggi l’indagine della FCC, condotta tramite il Wireline Competition Brureau , avviata per illuminare sulla natura del servizio offerto da Google con GVoice in seguito alle rimostranze di AT&T.

Principali punti sotto la lente di ingrandimento della commissione sono le chiamate bloccate da GVoice, perché e come sceglie tali limitazioni, e la necessità o meno di una regolazione ad hoc per questo nuovo servizio a metà tra la telefonia tradizionale e il VoIP.

Alle domande della commissione ha risposto Mountain View con una lettera di 12 pagine (una parte delle quali è stata tenuta confidenziale).

Sul punto principale della questione, cioè quali chiamate Google decida di bloccare e in in che modo proceda e perché, Mountain View ha risposto affermando che, dal momento che si tratta di un servizio gratuito, ha bisogno di gestire Google Voice abbattendo i costi: la maggior parte dei numeri telefoni statunitensi possono essere offerti a costi ridotti, tanto da poter offrire una fruizione gratuita. “Tuttavia, i vincoli non sono rispettati con pochi numeri destinati a carrier locali con costi altissimi e tutta una serie di servizi atti ad attirare chiamate”: seguire queste chiamate significherebbe dover spalmare i costi su tutti gli utenti e rischierebbe di compromettere la gratuità. Costerebbero infatti, secondo la stima di Google, 36 centesimi al minuto.

Inoltre BigG sottolinea che, se inizialmente doveva procedere a bloccare interi prefissi, ora riesce a bloccare solo singoli numeri telefonici, riuscendo così a restringere la lista nera a meno di 100 destinazioni.

Questa dunque (commercialmente) logica scelta di escludere dal servizio i numeri meno convenienti non è permessa agli operatori telefonici nazionali. AT&T aveva quindi chiesto che GVoice fosse considerata una concorrente e che per questo soggiacesse alle regole imposte a tutte le compagnie telefoniche dalla FCC.

Google ha risposto anche all’attacco diretto di AT&T, affermando che, in fondo, sono stati proprio loro a chiedere per primi di poter bloccare quel tipo di chiamate e che sono ricompensati del servizio da tariffe alte con centinaia di milioni di dollari ricevuti come sussidi: in qualità di servizio universale.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 29 ott 2009
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