New York (USA) – Dovrà dimostrare di non essere lui MagicFX, cracker che ha causato quasi un milione di dollari di danni entrando nei sistemi di eBay, Qualcomm, Lycos ed altre imprese hi-tech. Ma per il 22enne Jerome T. Heckenkamp, meglio noto come SK8, la strada è tutta in salita: ha appena licenziato il suo avvocato.
A Heckenkamp, ingegnere impiegato presso i Los Alamos National Laboratory, uno dei principali centri americani di ricerca governativa, sono contestati 16 capi di imputazione legati non solo alle attività di cracking vere e proprie ma anche al fatto che avrebbe istruito altri dopo le proprie “effrazioni” sulle tecniche utilizzate.
Ma il giovane ingegnere, che da sempre si dichiara innocente , ha intenzione di vendere cara la pelle: ha ammesso di aver utilizzato il proprio nick “SK8” ma di non essere colpevole delle incursioni telematiche che gli vengono attribuite, aggressioni che avrebbe compiuto con lo pseudonimo di MagicFX.
Heckenkamp, recluso presso la Santa Clara County Jail, deve dimostrare al tribunale la propria innocenza ma dovrà farlo da solo in quanto nelle scorse ore ha licenziato il suo avvocato, Jennifer Granick, considerata un’esperta nel settore. E ha optato per la cella anziché per la cauzione, una mossa che potrebbe aiutarlo, pare, nel dibattimento.
Stando a quanto dichiarato dal padre del ragazzo, Thomas Heckenkamp, l’avvocato avrebbe proposto al figlio di patteggiare e dichiararsi colpevole anche se questi si ritiene innocente. Granick avrebbe affermato che in caso di processo il ragazzo ne uscirebbe malissimo. “Dopo aver incassato 50mila dollari e un anno trascorso invano- ha sottolineato il padre di Jerome – l’avv.Granick non ha combinato nulla. Ha persino detto a Jerome che perderebbe se il caso arrivasse in tribunale. Chi vuole un avvocato così?”
Jerome dovrà dunque difendersi da solo, una via pericolosa e difficile considerato anche il fatto che non ha alcuna esperienza legale. Il ragazzo sostiene che chi ha compiuto gli atti di cui lui è accusato ha utilizzato da remoto la propria postazione informatica presso il dormitorio dell’Università del Wisconsin dove si trovava all’epoca dei fatti.
Per ora gli unici a sostenere Heckenkamp sono quelli di FreeSK8.org , sito dedicato al caso.