Hack.it.art scuote Berlino

Hack.it.art scuote Berlino

Dal 14 gennaio nella capitale tedesca si riverseranno le avanguardie italiane dell'attivismo tecnologico, artistico e politico. Expò, workshop ed eventi per disegnare i nuovi percorsi mediatici
Dal 14 gennaio nella capitale tedesca si riverseranno le avanguardie italiane dell'attivismo tecnologico, artistico e politico. Expò, workshop ed eventi per disegnare i nuovi percorsi mediatici


Berlino – Nella capitale tedesca c’è un pezzettino dell’Italia che ragiona sulle nuove forme mediatiche innescate dalle tecnologie: dal 14 gennaio al 27 febbraio al museo Kunstraum Kreuzberg/Bethanien sarà ospitata l’attesa mostra-evento “Hack.it.art”, sottotitolo Hacktivism in the Context of Art and Media in Italy .

Hack.it.art, spiegano i promotori, consiste in una rassegna sull’attivismo politico, tecnologico e artistico in Italia. L’idea è dunque quella di mettere a fuoco le nuove forme indipendenti di produzione artistica e mediatica italiana, “riflettendo – si legge in una nota – su un percorso collettivo di un movimento che dagli anni Ottanta si batte per un uso libero e auto-gestito dei media e tecnologia”.

Si tratta di attività che non sempre possono essere identificate come arte ma che sono più facilmente individuabili con il termine pratica o azione . Siamo dunque all’essenza dell’ hactivism , fusione di hacking e activism, attivismo tecnologico e politico. “Hacktivism – spiega una nota – è una pratica rizomatica e open source”.

Le anomalie dei media italiani, sottoposti a forti pressioni monopolistiche associati ad un ventennio di forti impulsi indipendenti verso l’individuazione di nuovi modelli di produzione e fruizione dell’informazione, e alla miriade di progetti collegati, fanno sì secondo i promotori che Hack.it.art possa consentire di riflettere sulle possibilità di costruire nuovi modelli sociali e culturali.

“Il modello che propone Hack.it.art – continua la nota – vede il net come uno spazio aperto, in cui fioriscono attività decentralizzate, autonome e gestite dal basso. L’accesso all’informazione senza barriere, l’uso consapevole, non commerciale e libero dell’hardware e tecnologia, i concetti base dell’etica hacker, sono presentati in questo evento come forme di azione politica. Opponendosi alla logica dei crackers, che si introducono nei sistemi informatici distruttivamente, il concetto di hacktivism abbraccia una moltitudine di pratiche il cui scopo è quello di costruire nuove forme di azione politica e produzione creativa. Una eterogeneità di esperienze che si manifesta attraverso l’uso e l’interconnessione di diversi media (video, computer, radio, televisione). Considerando la vastità di tale network italiano, hack.it.art vuole offrire spunti salienti di riflessione attraverso l’attività di alcuni soggetti che in si battono per un uso aperto e critico della tecnologia, consapevole dell’azione di sintesi effettuata”.

Durante le sei settimane di presenza al Kunstraum Kreuzberg/Bethanien di Berlino verranno attivati workshop e diversi eventi sull’hacktivism, con uno spazio espositivo che diverrà come dicono i promotori “un medialab attivo”, fucina di progetti e dibattiti.

L’evento, presentato da AHA coinvolge molti soggetti italiani ed internazionali, e tra questi l’ hacker art di Tommaso Tozzi, il phag off di Nikky e Francesco “Warbear” Macarone Palmieri, come anche il Bootlab di Diana McCarty e via dicendo.

L’inaugurazione di Hack.it.art è prevista per le 19 del 14 gennaio.

Il programma e tutte le info sono disponibili qui .

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Pubblicato il
11 gen 2005
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