HTML5, W3C consiglia prudenza

HTML5, W3C consiglia prudenza

Contro gli eccessi ormonali da diffusione di HTML5, il consorzio che sovrintende gli standard del web consiglia di rimandare il deployment. Il "futuro" di Internet non è ancora pronto
Contro gli eccessi ormonali da diffusione di HTML5, il consorzio che sovrintende gli standard del web consiglia di rimandare il deployment. Il "futuro" di Internet non è ancora pronto

In molti, soprattutto ai piani alti delle aziende più quotate in fatto di tecnologia come Apple e Google, sostengono da mesi la presunta superiorità di HTML5 rispetto al web attuale che dipende da plugin esterni come Flash o Silverlight. Eccesso di fiducia per una tecnologia che è ancora in divenire , taglia corto un esponente del World Wide Web Consortium (W3C).

“C’è già molto entusiasmo attorno ad HTML5”, dice Phillippe Le Hegaret in un’intervista, “ma è un po’ troppo presto per il deployment perché stiamo incappando in problemi di interoperabilità”. Le Hegaret non è uno qualunque, gestendo nientemeno che le specifiche SVG e HTML per conto del W3C.

L’esperienza di utilizzo resa possibile dall’attuale bozza di HTML5 non è coerente tra le diverse piattaforme e i diversi browser, dice Le Hegaret, quindi HTML5 non può ancora essere propagandato come “standard universale” perché al momento non è nemmeno uno standard .

Le Hegaret si riferisce in particolare alle scarse attitudini di HTML5 rispetto ai contenuti video , trattati senza nemmeno un codec universale e mancanti di caratteristiche che l’industria considera fondamentali come la possibilità di “blindare” i flussi di dati in streaming con tecnologie DRM.

Il W3C è ancora al lavoro sulla finalizzazione delle specifiche di HTML5 e sulle API, dice Le Hegaret, ragion per cui gli sviluppatori dovrebbero pensare molto bene a quel che fanno prima di adottare così acriticamente una tecnologia nel complesso ancora acerba. Stesso discorso per le grandi corporation, che con un coro quasi univoco (Apple, Google e persino Microsoft in testa) elevano lodi sperticate per la “cyber-terra promessa” di HTML5.

Le Hegaret dice molto chiaramente che il W3C non ha alcuna intenzione di implementare restrizioni DRM nei suoi standard, anche perché sarebbe inutile visto che le specifiche sono accessibili pubblicamente e la presunta blindatura verrebbe scardinata in un battito di ciglia. Per quanto riguarda il resto, l’esperto consiglia implicitamente a Steve Jobs e agli altri, acritici “entusiasti” di HTML5, di non annunciare anzitempo la morte di tecnologie web perfettamente legittime (Flash e Silverlight) e destinate a fare compagnia agli utenti Internet ancora per molti, molti anni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 7 ott 2010
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