IFPI, lo streaming che salva la musica

IFPI, lo streaming che salva la musica

Cresce nel mondo il consumo di musica digitale, con i servizi legali che ormai avrebbero sbaragliato in qualità l'offerta pirata
Cresce nel mondo il consumo di musica digitale, con i servizi legali che ormai avrebbero sbaragliato in qualità l'offerta pirata

Il rapporto sulla musica digitale nel 2013 redatto dall’IFPI ( International Federation of Phonographic Industry , organizzazione che rappresenta l’industria discografica mondiale) mostra l’ultima evoluzione del settore.

Secondo i dati raccolti dai discografici di IFPI l’ultimo anno è stato positivo. Se non fosse stato per il crollo registrato dalle vendite giapponesi. A guidare questa crescita, l’introduzione di nuovi canali di distribuzione e lo sviluppo di servizi di abbonamento streaming.

Se i servizi di download restano importanti, con il 67 per cento dei ricavi digitali totali (il 67 per cento), nelle statistiche di IFPI si legge che i servizi di streaming hanno fatto segnare un più 4,3 per cento nei maggiori mercati internazionali, facendo registrare trend positivi di crescita nei cinque mercati di punta in Europa (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e UK): per la prima volta dopo 12 anni è cresciuto in generale il mercato europeo.

In forza di questo maggiore sviluppo i ricavi derivanti dallo streaming sono balzati al 51,3 per cento a livello globale e i cinque mercati di punta in Europa hanno tutti mostrato trend di crescita positivi (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e UK).

Ciò nonostante, a livello globale si registra un calo dei ricavi del 3,9 per cento a causa del crollo del mercato giapponese: essendo ancora forti le abitudini di consumo di contenuti su supporto fisico ed essendo di conseguenza in ritardo lo sviluppo di servizi digitali ad hoc, nel paese è stato registrato un calo del 16,7 per cento del settore musicale.

Parte del ritorno alla crescita registrato nel 2013, poi, è legato al miglioramento della qualità dei servizi di legal download : secondo IFPI “i servizi pirata sono fuori moda e goffi rispetto a quelli ufficiali. L’opzione pirata ormai non può competere sul lato dell’esperienza offerta”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
20 mar 2014
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