Il Discovery è in orbita!

Il Discovery è in orbita!

Fino a questo momento la missione va avanti nel migliore dei modi. Ottimismo a Cape Canaveral. I dodici giorni decisivi per il programma spaziale americano. Protagonista anche un pezzetto d'Italia - UPDATE ore 10
Fino a questo momento la missione va avanti nel migliore dei modi. Ottimismo a Cape Canaveral. I dodici giorni decisivi per il programma spaziale americano. Protagonista anche un pezzetto d'Italia - UPDATE ore 10

(vedi Update a fondo pagina) – Houston (USA) – Si è consumato ieri nel giro di pochi secondi il lancio dello Shuttle americano Discovery , un lancio seguito in tutto il Mondo con estrema attenzione: non è una partenza qualsiasi, è il “ritorno al volo”, come lo chiama la NASA , ovvero il primo lancio dopo il disastro del Columbia che, disintegratosi nel 2003 al rientro nell’atmosfera, ha posto un pesante fardello sulle spalle di progettisti, tecnici e responsabili del programma spaziale statunitense. Ad incrementare le tensioni della vigilia, evidentemente, anche il rinvio di questa stessa missione che, come noto, avrebbe dovuto avere luogo quasi due settimane fa .

Partito in condizioni meteo pressoché ideali, il Discovery si è posizionato in orbita attorno alla Terra a meno di dieci minuti dal lancio dal Kennedy Space Center , seguendo esattamente i piani di volo. La partenza e il successivo distacco dei serbatoi, che fu fatale al Columbia e al suo equipaggio alla fine della loro missione, secondo il centro di controllo di Cape Canaveral si sono svolti nel migliore dei modi .

Il lancio del Discovery I sette dell’equipaggio dello Shuttle già oggi inizieranno a manovrare per portare il Discovery a portata di attracco con la Stazione Spaziale Internazionale a cui dovrebbe agganciarsi nelle prime ore di domani.

La missione del Discovery, considerata da tutte le agenzie spaziali internazionali come essenziale per portare avanti i programmi della Stazione, ha una serie di obiettivi. In primo luogo l’equipaggio dovrà collaudare le nuove metodologie adottate dalla NASA per ispezionare e riparare il sistema di protezione termico della navetta , quell’importantissimo apparato di sicurezza che, danneggiato alla partenza, costò la vita agli astronauti del Columbia.

Anche per questo obiettivo sono previste tre missioni extraveicolari per gli astronauti, “passeggiate nello spazio” che, sebbene giustificate dagli obiettivi di missione, hanno anche lo scopo di colpire il pubblico : mai come ora la NASA ha bisogno di riguadagnare la fiducia degli americani e spingere così il Congresso ad ammettere più finanziamenti al programma spaziale, già ampiamente ridimensionato .

Ma nei prossimi dodici giorni a farla da protagonista sarà anche la tecnologia italiana . È stato infatti progettato e costruito in Italia da Finmeccanica e Alcatel attraverso la joint-venture Alcatel Alenia Space, il modulo Raffaello , che rifornirà la stiva della Stazione Spaziale. Nel modulo trovano posto tonnellate di attrezzature e cibo per gli astronauti: grazie ad un braccio robotico sarà agganciato e poi collegato alla Stazione.

Secondo la roadmap della missione durante l’ottavo giorno sul modulo Raffaello verranno depositati i materiali degli esperimenti che sono stati condotti sulla Stazione negli ultimi mesi. Il decimo giorno Raffaello tornerà sullo Shuttle, in attesa di essere riportato a Terra con il suo prezioso carico.

UPDATE ore 10
All’alba, ora italiana, la NASA ha fatto sapere che grazie alle numerose telecamere a terra e in volo che seguivano il lancio è stato possibile individuare numerosi detriti staccatisi dalla navetta durante il lancio. I detriti non hanno fortunatamente colpito il cockpit ma molti di essi si sono staccati dallo scudo termico dello Shuttle. Si tratta di un evento che ricorda molto da vicino quanto accadde sul Columbia e che poi si rivelò fatale in fase di rientro. La NASA è ora al lavoro per ricostruire, fotogramma per fotogramma, quanto è accaduto e fonti vicine all’agenzia spaziale fanno sapere che, rispetto al 2003, questa volta sono moltissime le nuove procedure e tecnologie di sicurezza che dovrebbero consentire agli astronauti di risolvere il problema. Fino a quando non sarà chiaro cosa è accaduto, avvertono comunque, ogni previsione sull’effetto che avrà sulla missione quanto accaduto è impossibile.

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Pubblicato il
27 lug 2005
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