Download completato: gambe distese, cuffie inforcate, l’utente si prepara a godere dell’ambito bottino racimolato sulle reti di file sharing. Un messaggio si para di fronte ai suoi occhi, un dito puntato e un avvertimento: scaricare file protetti da diritto d’autore è illegale e punibile ai sensi della legge.
![Il fake giapponese fa paura fake file sharing](/app/uploads/2018/05/20130206/schemafake.jpg)
Per colpire il bersaglio nella sua individualità, un file fake che rechi con sé un avvertimento minaccioso nel tentativo di far sussultare il netizen per responsabilizzarlo: “operazione file esca”, il nome della campagna giapponese volta a dissuadere i condivisori dalla violazione del diritto d’autore perpetrata attraverso servizi quali Winny . Le autorità, in combutta con l’industria dei contenuti locale, stanno abbracciando una tattica apparentemente adottata anche nell’ambito del lancio del singolo “American Life”, nel lontano 2003: Madonna, attraverso un file denominato esattamente come il suo singolo, apostrofava i fan per riportarli sulla retta via dell’acquisto legale, con risultati imprevisti .
Si tratta per il momento solo di un test, spiega un comunicato del Ministero degli Interni e delle Comunicazioni, e i cittadini della Rete giapponesi si interrogano sui dettagli tecnici dell’iniziativa: sarebbe ingenuo disseminare file esca di pochi kb, che contengano un semplice messaggio testuale; il fake potrebbe essere imbracciato come strumento di tracciamento per raccogliere dati relativi all’utente colto in violazione; le autorità finirebbero per scuotere i soli downloader dei contenuti che circolano più diffusamente, poiché è probabile che i file siano ricalcati sulla base del gradimento degli utenti. Per ora, non sono che speculazioni.
Quello che è certo, e il messaggio rivolto ai downloader non esita a ricordarlo, è che il rischio per i downloader non è da poco: dal mese di ottobre 2012 in Giappone il download è reato, e viene punito con pene che possono raggiungere i due anni di carcere e con multe fino a 2 milioni di yen, circa 20mila euro.
Gaia Bottà