La polvere, il peggior nemico della salubrità dell’ambiente domestico ma soprattutto dell’efficienza di conversione energetica dei pannelli fotovoltaici. Un problema spinoso e urgente quello dei sedimenti stratificati sui pannelli solari, soprattutto in vista di un’ adozione sempre più massiccia e diffusa di questo genere di tecnologie energetiche , sulla Terra come sugli altri pianeti del Sistema Solare nel corso delle prossime missioni di esplorazione spaziale.
“Uno strato di polvere di un 4 grammi per meno di un metro quadrato diminuisce la conversione dell’energia solare del 40 per cento”, dice Malay K Mazumder della Boston University . “In Arizona” continua Mazumder, “ogni mese la polvere che si deposita è quattro volte questa quantità. Il tasso di deposito è persino maggiore in Medio Oriente, in Australia e in India”.
Una riduzione così drastica dell’efficienza nella conversione energetica è una iattura che riduce la funzionalità dei pannelli fotovoltaici in applicazioni “terrestri” ma anche e soprattutto spaziali, e non a caso la soluzione realizzata da Mazumder e il suo team nasce proprio da una partnership con NASA in funzione delle future missioni su Luna e Marte .
Lo studio di Mazumder e colleghi descrive un pannello fotovoltaico “autopulente”, ricoperto di un materiale trasparente elettricamente sensibile integrato nella pellicola di vetro o plastica che ricopre il pannello stesso. Sensori si occupano di monitorare il livello di polvere sedimentato sulla superficie, e quando tale livello viene superato i predetti sensori rilasciano una scarica energetica che funziona da “onda repellente” capace di far scivolare via le particelle di polvere sino a oltre gli orli del pannello.
Il sistema consuma solo una piccola percentuale dell’elettricità generata da un pannello solare, dicono i ricercatori, ma in compenso è in grado di eliminare circa il 90 per cento della polvere stratificata in un processo repellente che dura un paio di minuti . Mazumder sostiene che il suo design di pannello auto-pulente possa essere di grande beneficio nelle zone della Terra particolarmente polverose, e non ci sono limiti di implementazione nei sistemi fotovoltaici “su piccola così come su larga scala”.