Il gaming è mobile, anzi su Facebook, anzi su PC

Il gaming è mobile, anzi su Facebook, anzi su PC

Il fondatore di Atari vede le app per gadget mobile sulla via del tramonto. Molto meglio Google Glass e il controllo di qualità dei grandi publisher. Ma Facebook suona la carica, e il PC è morto come sempre
Il fondatore di Atari vede le app per gadget mobile sulla via del tramonto. Molto meglio Google Glass e il controllo di qualità dei grandi publisher. Ma Facebook suona la carica, e il PC è morto come sempre

Per aver prima fondato Atari e aver poi assistito al mitologico “crash” dell’industria videoludica dei primi anni ’80, Nolan Bushnell è uno che certamente se ne intende di corsi e ricorsi storici del business giocoso. Dall’alto della sua esperienza, Bushnell sentenzia come prossimo alla morte il gaming casual e in mobilità.

Si parla, è bene intendersi, delle app ludiche messe in vendita a un centesimo o poco più sugli app store gestiti da Apple, Google, Microsoft e compagnia, ma anche dei giochini di Zynga accessibili a mezzo Facebook.

Bushnell considera la corsa del casual gaming come finita : i vari app store sono sovrappopolati di prodotti tutti simili tra loro, spiega il fondatore di Atari, e la corsa alla monetizzazione selvaggia da parte di un esercito di sconosciuti ha “diluito” la qualità portando a una situazione in cui centinaia di migliaia di app simili tra loro compaiono nelle ricerche a tema ludico degli utenti sugli store mobile.

L’industria videoludica si rinnova ogni cinque anni, preconizza Bushnell, e ora è venuto il tempo di un nuovo salto evolutivo: il mobile gaming farà “crash” (portandosi appresso il casual gaming) come già a suo tempo fece crash Atari con l’invasione degli obbrobri ludici per la piattaforma, e le app a un centesimo o meno torneranno a diventare “hot” con la distribuzione dei cyber-occhiali meglio noti come Google Glass.

Bushnell scommette poi sulle potenzialità ludiche del caschetto per la realtà virtuale Oculus Rift, un tipo di applicazione ludica rincorso da tempo ma che ha sempre fatto fatica – per non dire di peggio – a imporsi come esperienza giocosa con un interesse anche solo di nicchia. Al di là di tutto, concede Bushnell, anche in futuro l’industria videoludica avrà bisogno dei publisher e detentori di piattaforme monofunzionali (come Nintendo e Sony) capaci di imporre un controllo stringente sulla qualità minima dei giochi sviluppati e commercializzati al pubblico.

Il casual gaming sarà morto ma Facebook pubblica numeri di un certo interesse: il social network che è anche una piattaforma del gioco “da un minuto e via” parla di 250 milioni di utenti interessati a giocare una qualsiasi delle app ludiche disponibili sul network ogni mese, con un ricavo annuale complessivo di 2 miliardi di dollari per gli sviluppatori .

Pensa a Facebook – e a come migliorare l’esperienza ludica sul sito in blu – anche Unity con il suo motore 3D per browser , mentre Mozilla è piuttosto interessata a trasformare il Web stesso – liberato da plug-in di sorta come Flash o il succitato Unity – in una piattaforma videoludica, e lavora in tal senso per “tradurre” l’Unreal Engine 3 su standard WebGL.

Tutti pensano al futuro dell’industria videoludica, ma il dato che probabilmente sorprenderà i non addetti ai lavori (e i rispettivi fanboy di console, mobile e Angry Birds) è che il presente del gaming vede nel PC una delle sue imprescindibili colonne economiche : la PC Gaming Alliance quantifica in 20 miliardi di dollari i ricavi complessivi dei videogiochi per PC nel 2012, con un incremento dell’8 per cento rispetto all’anno scorso. Questa è l’era post-PC, il PC è morto: lunga vita al PC.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 mar 2013
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