Il laser che raffredda

Il laser che raffredda

Ricercatori statunitensi hanno realizzato un laser in grado di raffreddare i liquidi, un risultato per di più ottenuto a temperatura ambiente. Una nuova tecnologia che apre scenari applicativi inediti
Ricercatori statunitensi hanno realizzato un laser in grado di raffreddare i liquidi, un risultato per di più ottenuto a temperatura ambiente. Una nuova tecnologia che apre scenari applicativi inediti

Gli esperti di materiali dell’Università di Washington hanno creato un laser che raffredda i liquidi , una tecnologia che stride con la comune visione delle armi laser sci-fi in grado di danneggiare, ferire o anche “disintegrare” oggetti e persone tramite il surriscaldamento del bersaglio.

Diversamente dai tradizionali fasci laser (reali o ipotetici), infatti, quello creato dai ricercatori americani è in grado di sottrarre calore piuttosto che aggiungerlo al bersaglio: il fatto che tale risultato sia stato raggiunto a temperatura ambiente, poi, è un passo avanti notevole mai fatto prima.

I ricercatori sono riusciti a ridurre di 20 gradi centigradi l’acqua di un contenitore tramite l’impiego di un laser agli infrarossi, “illuminando” un cristallo microscopico sospeso nell’acqua in grado di produrre una quantità di luce leggermente maggiore rispetto a quella assorbita.

Il risultato finale dell’esperimento è che il laser al contrario sottrae calore dal micro-cristallo e dall’acqua circostante, raggiungendo le condizioni refrigeranti di cui sopra. La tecnica era già stata testata presso il Los Alamos National Laboratory in condizioni di vuoto, mentre il raffreddamento dei liquidi in condizioni ambientali normali è una prima volta di cui i ricercatori americani dicono di andare molto orgogliosi.

Una volta rifinito il processo e ridotto il fabbisogno energetico necessario, infatti, il laser che raffredda potrebbe essere utilizzato in un gran numero di applicazioni come lo studio dei processi biologici dal vivo, la dissipazione del calore prodotto dalle moderne CPU a transistor e altro ancora.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 nov 2015
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