Il robot che non perde mai

Il robot che non perde mai

I ricercatori dell'Università di Tokyo hanno realizzato una macchina imbattibile a morra cinese: analizza i movimenti umani ogni millisecondo e intuisce così le mosse dell'avversario
I ricercatori dell'Università di Tokyo hanno realizzato una macchina imbattibile a morra cinese: analizza i movimenti umani ogni millisecondo e intuisce così le mosse dell'avversario

Fin dai tempi di Deep Blue e Garry Kasparov (sfida di scacchi, 1996) ci si è interrogati su quante fossero le possibilità che un’intelligenza artificiale potesse prevalere su quella umana. Ebbene, sedici anni dopo quella storica partita, gli Oku Ishikawa Labs dell’Università di Tokyo hanno messo a punto un robot in grado di giocare (e vincere) a morra cinese .

L’abilità di Jenkin, questo il nome del robot, è quella di battere regolarmente i suoi avversari a questo gioco arrivando a intuire le loro mosse prima che questi le compiano. Come ci riesce? Non tramite un’analisi delle ultime mosse effettuate, bensì attraverso una fotocamera dotata di un sensore ad altissima risoluzione che permette al robot di determinare la posizione e i movimenti della mano del suo avversario ogni millisecondo . In questo modo Jenkin è a conoscenza del movimento delle dita o del palmo dell’avversario umano nel momento stesso in cui il concorrente si accinge a compierlo.

Non appena la mano accenna a voler chiudere le dita a pugno in modo da formare un “sasso”, Jenkin pone la sua mano elettronica a mo’ di “carta” per avvolgere il pugno (nella morra cinese la “carta” prevale sul “sasso”). Il lasso di tempo che intercorre fra la mossa umana e quella del robot è talmente risibile che può essere notato solo attraverso un’accurata slow-motion.

I ricercatori nipponici intendono provare con questo esperimento che gli esseri umani non hanno una elevata capacità di intuizione e reazione e nemmeno un elevato livello di lettura delle situazioni e di controllo degli eventi. Lo scopo è dimostrare che un domani le macchine potrebbero essere in grado di svolgere davvero tutti quei lavori di altissima precisione che un essere umano non sarebbe mai in grado di fare: uomini e robot potranno davvero diventare complementari.

Il prossimo obiettivo dei laboratori Ishikawa, però, sarà quello di realizzare un altro prototipo di Jenkin con le stesse identiche qualità e caratteristiche e farli giocare l’uno contro l’altro: chi sarà il vincitore?

Cristiano Vaccarella

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Pubblicato il
27 giu 2012
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