In viaggio simulato verso Marte

In viaggio simulato verso Marte

Un equipaggio internazionale trascorrerà 500 giorni in una struttura sperimentale. Per testare gli effetti psicologici della permanenza prolungata nello Spazio
Un equipaggio internazionale trascorrerà 500 giorni in una struttura sperimentale. Per testare gli effetti psicologici della permanenza prolungata nello Spazio

La strada che porterà l’uomo a camminare su Marte è lunga e passa per un centro biomedico moscovita, dove nei prossimi giorni verrà dato il via alla prima simulazione, della durata di 500 giorni, di un viaggio verso il Pianeta Rosso . Vi prenderanno parte quattro astronauti dell’ESA, incluso l’italiano Diego Urbina. A metà percorso l’equipaggio verrà diviso in due gruppi di cui uno verrà trasferito in quello che dovrebbe essere il modulo che, separato dalla nave madre, dovrebbe raggiungere la superficie marziana.

Due dei quattro astronauti europei verranno inseriti in un team che comprende già tre cosmonauti russi e un collega cinese e insieme trascorreranno circa 18 mesi all’interno del Mars500 : una struttura di 550 metri cubi suddivisa in quattro ambienti interconnessi rifornita di acqua e viveri necessari per l’intera durata della simulazione.

Gli scienziati che coordinano il progetto non hanno lesinato cura nei dettagli al fine di rendere il più possibile aderente alla realtà l’esperienza degli astronauti. I messaggi scambiati tra il centro di controllo e l’equipaggio giungeranno a destinazione con un ritardo di 20 minuti: il tempo normalmente impiegato da un segnale radio emesso da Marte per raggiungere la Terra.

Il fine ultimo del progetto, in cui oltre all’ESA sono coinvolte altre 13 agenzie spaziali, è quello di testare le eventuali ricadute psicologiche che un viaggio così stressante può avere sugli astronauti, più che una simulazione vera e propria di strumenti e piani di volo. Secondo le previsioni più realistiche, infatti, non sarebbe possibile programmare una missione del genere attingendo alle conoscenze tecniche attuali.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 23 mar 2010
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