Intercettazione, un provider denuncia

Intercettazione, un provider denuncia

Succede in Olanda dove il sempreverde XS4ALL pretende che il Governo copra gli oneri in cui incorre per rendere la propria rete accessibile alle forze dell'ordine. Una questione aperta anche qui da noi
Succede in Olanda dove il sempreverde XS4ALL pretende che il Governo copra gli oneri in cui incorre per rendere la propria rete accessibile alle forze dell'ordine. Una questione aperta anche qui da noi


L’Aia – Da sempre attento alla privacy dei propri utenti e in prima linea nel difenderla, il provider olandese XS4ALL sta nuovamente tornando alla ribalta con una questione scottante, quella delle intercettazioni delle comunicazioni elettroniche da parte delle forze dell’ordine. Intercettazioni che costano, tanto che ora l’ISP vuole i soldi.

In una nota pubblicata dal provider si legge che XS4ALL ha denunciato lo Stato chiedendo una sostanziale compensazione per i costi sostenuti nel rendere la propria rete suscettibile di intercettazione.

“Sin dalla fine del 2001 – spiega il provider – XS4ALL ha investito quasi mezzo milione di euro per soddisfare i requisiti della legge sulle intercettazioni, una percentuale consistente dell’utile netto”. Ma ora che gli utenti sono aumentati e l’uso di Internet con la banda larga è ulteriormente cresciuto i costi non fanno altro che crescere.

“XS4ALL – continua la nota – ritiene insensato che questi oneri non siano rimborsati dal momento che sono investimenti fatti esclusivamente nell’interesse delle forze dell’ordine e non beneficiano in alcun modo i provider”.

La questione è stranota e riguarda molti paesi, compresa l’Italia. Come si ricorderà proprio da noi gli operatori di telefonia mobile a fine febbraio hanno ufficialmente chiesto un intervento urgente al Governo per definire la copertura dei costi necessari a garantire che le autorità possano mettere sotto controllo molte migliaia di linee telefoniche contemporaneamente in tutto il paese.

Nel caso olandese e relativamente agli ISP, la legge obbliga i provider dal 2001 a garantire questo accesso e copre i soli costi relativi alle singole operazioni compiute mentre trascura completamente gli oneri di manutenzione oltre a quelli amministrativi che devono essere affrontati dagli operatori.

La tesi di XS4ALL è che “se i costi dell’intercettazione non superano i benefici che dalla stessa traggono le forze dell’ordine, allora questo significa che i poteri di intercettazione dovrebbero essere usati con maggiore cautela e non che i costi dovrebbero essere girati ai provider”.

In Europa la situazione è incandescente e a gennaio l’associazione degli operatori europei LINX ha avvertito i paesi della UE che se i costi dei sistemi di intercettazione non graveranno sui bilanci dei singoli stati allora dovranno essere girati sugli utenti , riducendo quindi l’appeal degli abbonamenti di accesso.

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Pubblicato il
9 mar 2005
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