Io, a metà tra flat, dial-up, ISDN e ADSL

Io, a metà tra flat, dial-up, ISDN e ADSL

Il racconto di un lettore che da più di un decennio si connette alla rete e che ancora, dopo tanto tempo, non ha trovato un'offerta di connettività che lo convinca. Ecco il suo sogno
Il racconto di un lettore che da più di un decennio si connette alla rete e che ancora, dopo tanto tempo, non ha trovato un'offerta di connettività che lo convinca. Ecco il suo sogno


Roma – Vi racconto un sogno… Vorrei essere adottato da un provider, come un figlio, con l’amore e la protezione che solo un figlio puo’ ricevere. Sono stanco di essere uno sfigato della connessione, un barbone della rete, un orfano della comunicazione. Non mi pare di chiedere molto, ma capisco che ho a che fare con aziende che non possiedono una concezione adeguata del trattamento del cliente.

Credo che il marketing ed il customer care dei nostri giganti della comunicazione sia “Rape Oriented” cioè sia improntato ad una cordiale ma impietosa spremitura a freddo degli utenti, della gente, dei contribuenti. Il tutto dopo una strombazzante campagna pubblicitaria quasi sempre menzognera, lanciata per vendere imperfetti o fantomatici servizi. Dopo la spremitura, la buccia secca si butta, o comunque, non merita più attenzione.
Questo mi succede dal 1993, anno della mia prima connessione.

Premetto che mi servo ancora della connessione ISDN in quanto nessun provider di ADSL garantisce una banda minima (chi garantisce, se lo fa pagare caro e amaro) e le conseguenze di ciò sono sulla bocca di tutti. L’ISDN fino a poco fa rispettava al cento per cento i suoi 128k di banda, senza mai avere “cadute”. Dato che ci lavoro con Internet, per me questi 128 “sicuri” erano la manna dal cielo.

Le cause della richiesta di adozione? I black out della flat di Telecom “Teleconomy Internet”. A Napoli un vecchio detto recita: “Ciuccio caca a forza!” Come a dire che un utente pagante è trattato come un asino. Ma i quadrupedi almeno hanno la “protezione animali”… E noi? Cosa fare? Adesso per scrivervi mi connetto un po’ a Telecom, un po’ a Libero, un po’ ad Aruba etc. a tariffa “telefonata urbana” che stranamente funziona sempre.

Sono stato pure uno di quei 5000 disgraziati che si associarono spontaneamente nel movimento internettiano contro Wind alcuni anni fa. La tristemente famosa vicenda della flat “liberosogno”.
Per due anni, fino al 2003 ho gestito online “LiberiamoSogno” insieme ad un collega di Imperia ed una amica di Siracusa: era il sito ed il forum (con tanto di videoconferenza pubblica) dei protestatari vessati fino a quando arrivammo alla causa contro il gigante, appoggiata dalla Federconsumatori attraverso un coraggioso avvocato romano.

Perdemmo la causa dopo un anno e più di udienze, poiché il giudice ritenne che, nonostante le più che provate condizioni vessatorie e le inadempienze contrattuali, “bisognava dare fiducia ad una azienda così grande”. Sic et simpliciter ce ne tornammo a casa con le pive nel sacco, non avevamo più soldi per continuare la battaglia e poi molti associati erano giovani e desideravano solo una connessione per giocare e chattare, quindi abbandonarono la partita.

Ma allora fummo orgogliosi di ciò che era stato fatto perché ci eravamo battuti tutti insieme con le nostre sole forze per una giusta causa. Il Garante, in quell’occasione tempestato da migliaia di email, raccomandate e telegrammi, non ci degnò di attenzione.
Non si può perdere tempo, a fronte dei grandi problemi nazionali ed internazionali, per correre in soccorso di qualche decina di migliaia di cittadini vessati. E’ giusto? O no? Lo dico solo per la cronaca. Non dico altro perché ho il rispetto giapponese della gerarchia e dei rappresentanti delle Istituzioni, salvo poi il “provare” a mandarli a casa quando non fanno il loro dovere, con strumenti democratici, quelli che ancora ci restano.

Ho provato anni fa ad iniziare un rapporto con Tiscali, ma il tentativo fu stroncato sul nascere da uno strano e malaugurante episodio: il giorno dopo l’aver sottoscritto uno spazio email gratuito, senza aver scritto a nessuno (novirus, notrojan) mi ritrovai la casella di posta zeppa da centinaia di mail di spammers. A diversi anni di distanza la conservo ancora ed ogni tanto la apro e la svuoto. Ho un traffico di circa 20.000 mail spam annuali.

Evito di discutere di altri providers per questioni di spazio e tempo.. comunque le cose non cambiano. Ho una grande esperienza pratica in questa materia, purtroppo. Ma chi scelgo? Ormai mi sono convinto che tutto consiste nel passare da una brace sempre più ardente ad una padella sempre più grande… Ora sono qui, con molte flat e poche speranze, con molti disservizi e poche funzionalità, con molte mortificazioni e niente soddisfazioni, con molti danni economici e nessun rimborso.

Nemmeno una parola o una riga di scuse. Fanno quello che vogliono, sono degli impuniti. Noi siamo le vittime predestinate… le masse… Questo è lo scenario italiano della comunicazione digitale nel terzo millennio. Poi qualcuno si lamenta che l’Italia è indietro in questo settore… sfido io! La gente non si fida più.. di un progresso gestito in maniera demenziale. La capisco!

Avro’ 54 anni ad agosto è combatto con questi Xfiles da circa 14 anni.
Ora sono un po’ stanchino e vorrei essere adottato. Vorrei chiudere gli occhi e riaprirli in una società dove i soldi che pago ai provider mi diano gioie e non dolori… dove tutti sappiano fare bene quello che dicono di saper fare e che mantengano ciò che promettono… che mi si voglia un po’ di bene e mi si coccoli ogni tanto… che ci sia un provider che mi dica: “non ti preoccupare, ci pensiamo noi a te, devi solo rilassarti, al resto provvediamo noi perchè è il nostro mestiere e la nostra mission aziendale”.
Così non mi sentirei carne da macello, ma una persona…
Aiutatemi vi prego! Voglio sognare!

Mimmo Ferrara
(Napoli)

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Pubblicato il 20 mar 2006
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