Cloudflare aveva vinto la prima partita, ma ha perso la seconda. Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso della Lega Serie A, stabilendo che l’azienda californiana è “complice” delle IPTV pirata. Deve quindi interrompere la fornitura dei servizi che consentono ai siti di aggirare i blocchi di Piracy Shield e comunicare i nomi degli utenti. Si tratta della seconda sconfitta dopo quella subita a fine novembre da Mediaset.
Multa di 10.000 euro al giorno
In base all’ordinanza n. 1912 del 17 ottobre 2024, pubblicata ieri, Cloudflare offre servizi che vengono anche utilizzati per agevolare la diffusione di contenuti illeciti, soprattutto gli eventi sportivi trasmessi in live streaming. L’azienda californiana non ha inoltre adottato misure per contrastare queste attività, causando un danno economico alla Lega Serie A e ai titolari dei diritti (DAZN e Sky).
Le violazioni sono state accertate dalle prove digitali forensi prodotte da SpTech, società legaltech dello studio Previti (che ha assistito la Lega Serie A). Cloudflare, che secondo la legge n. 93 del 14 luglio 2023 dovrebbe iscriversi a Piracy Shield, offre servizi atti a filtrare le connessioni ai contenuti illeciti, rendendole più sicure per i pirati.
Per questi motivi, il tribunale di Milano ha ordinato a Cloudflare di:
- bloccare la risoluzione DNS dei nomi di dominio (FQDN) e interrompere l’instradamento del traffico verso gli indirizzi IP già inibiti attraverso Piracy Shield
- interrompere la fornitura di servizi (CDN, DNS autoritativo e reverse proxy) alle IPTV che trasmettono contenuti pirata
- fornire i dati relativi ai clienti e agli utenti che utilizzano i suoi servizi per diffondere tali contenuti
In caso di mancato rispetto dell’ordine, l’azienda californiana dovrà pagare una penale di 10.000 euro al giorno.
Questo è il commento di Massimiliano Capitanio (commissario AGCOM):
È una pronuncia rivoluzionaria che conferma ancora una volta la legittimità dell’impianto normativo a tutela del copyright previsto dalla L. 93/2023 e della relativa regolamentazione dell’AGCOM, che con Piracy Shield ha implementato una misura tecnologica unica al mondo per contrastare il fenomeno della pirateria. Inoltre, l’ordinanza conferma un principio su cui non si potrà tornare indietro: a seguito degli ordini dell’Autorità, i provider non possono più nascondere i loro clienti che utilizzano illecitamente i servizi ma anzi devono collaborare attivamente per identificarli.
Luigi De Siervo (amministratore delegato della Lega Serie A) ha dichiarato:
L’accoglimento in toto del nostro reclamo contro Cloudflare conferma la validità delle ragioni di chi si batte a tutela della legalità. Cloudflare è stata anche obbligata a comunicare tutti i nomi di chi ha sfruttato le trasmissioni delle IPTV pirata per vedere le partite senza pagare, lasciando tracce indelebili nella rete dei propri indirizzi IP. Siamo arrivati a un punto di svolta decisivo, non solo i fornitori di servizi di accesso alla rete sono stati condannati per aver veicolato contenuti illeciti, ma anche l’utilizzatore finale, ora individuato facilmente, sarà perseguito a norma di legge. L’utilizzo delle piattaforme pirata non è solo un atto illegale, è un attentato al lavoro di migliaia di persone oneste, chi sceglie questa strada uccide il futuro del calcio e dello sport, non possiamo accettare che sia distrutto ciò che amiamo.
Anche DAZN ha espresso la sua soddisfazione per l’ordinanza:
Esprimiamo soddisfazione per questa ennesima battaglia vinta contro la pirateria. Sappiamo che è un ulteriore passo importante all’interno di una strategia articolata in corso di esecuzione e tesa a combattere questo fenomeno criminale. Ai blocchi delle piattaforme illegali avvenuti grazie a Piracy Shield, si sono aggiunte le numerose azioni delle Procure contro chi vende pirateria ma anche contro chi la compra con l’avvio delle azioni sui clienti finali come le sanzioni. Ora questa sentenza che arriva dopo quella della Francia, conferma quanto, all’interno della filiera criminale della pirateria che sfrutta appositamente determinati servizi, tutti abbiano una responsabilità. La tecnologia deve essere al solo servizio della fruizione lecita dei contenuti. Siamo contenti e sappiamo che le stesse azioni continueranno sempre più per ristabilire l’unica cosa che conta, la legalità.