Era stata definita la “Netflix della cultura italiana” dal Ministro Dario Franceschini, ma la piattaforma digitale sembra un remake di VeryBello. In base al bilancio relativo al primo anno di vita di ITsART, le perdite ammontano a quasi 7,5 milioni di euro, ovvero circa il 50% del budget iniziale. Il Presidente Giorgio Tacchia sottolinea che si tratta di normali perdite per una startup.
ITsART: solo 200.000 utenti
L’idea di creare una piattaforma digitale pubblica per lo streaming di musica, teatro, danza e altri contenuti è nata durante la pandemia COVID-19 che ha messo in crisi l’intero settore. ITsART è stata promossa dal Ministero della Cultura insieme a Cassa Depositi e Prestiti (CDP). La piattaforma viene gestita dalla società ITsART S.p.A., controllata al 51% da CDP e al 49% da CHILI S.p.A. Sono disponibili contenuti gratuiti e a pagamento. La visione è possibile con il browser su PC e Mac, e tramite app su smartphone e tablet Android e iOS, smart TV e Fire TV Stick.
I ricavi nel 2021 sono 245.935 euro, mentre i costi ammontano a 7.691.505 euro. Le perdite sono quindi pari a 7.445.570 euro. Solo il 57% dei ricavi (circa 140.000 euro) deriva però dai “biglietti” pagati dagli utenti in otto mesi (la piattaforma è online da maggio 2021).
La società afferma che “le previsioni di crescita dipendono dalla capacità della società di reperire risorse finanziarie“. In pratica servono altri soldi pubblici. La Netflix della cultura italiana rischia di essere un ennesimo flop. Tra l’altro diversi contenuti a pagamento su ITsART sono disponibili gratis su RaiPlay.