Mentre le aziende tech pianificano di mandare data center nello spazio per alimentare l’intelligenza artificiale sempre più affamata di energia, una startup americana ha un’idea diversa: copiare il cervello umano. Unconventional AI ha appena raccolto 475 milioni di dollari per sviluppare chip neuromorfi, con una valutazione che arriva a 4,5 miliardi. E tra gli investitori c’è Jeff Bezos.
Jeff Bezos finanzia startup che sviluppa chip AI ispirati al cervello
L’idea di base è semplice. Il cervello umano fa calcoli di una complessità assurda consumando appena 20 watt, l’equivalente di una lampadina. I data center che fanno girare l’AI moderna consumano l’energia di piccole città. Qualcosa non quadra in questa equazione, e Naveen Rao, fondatore di Unconventional AI, vuole risolverlo guardando alla natura invece che a potenze di calcolo sempre maggiori.
L’informatica neuromorfica non è un’invenzione di ieri. Consiste nell’ispirarsi alla biologia per sviluppare sistemi più efficienti. Ma dove altri hanno provato senza grandi risultati, Rao pensa di aver trovato la strada giusta. Il suo ragionamento parte da un’osservazione. I sistemi naturali non hanno mai simulato l’apprendimento con numeri binari, sfruttano direttamente la fisica del loro ambiente.
Un cervello non lavora in bit, in zero e uno. Usa segnali bioelettrici continui, dinamiche analogiche non binarie, feedback costanti. È un sistema che si adatta, si riorganizza, impara senza bisogno di ricalcolare tutto da capo ogni volta. E lo fa con un’efficienza energetica incredibile.
Il curriculum di Rao che convince gli investitori
Naveen Rao non è uno che spara idee a caso. Ha fondato due aziende precedenti che sono state acquisite da Databricks e Intel. Quando dice che può creare chip ispirati al cervello che consumano una frazione dell’energia attuale, la Silicon Valley ascolta. E apre il portafogli.
Il round di finanziamento da 475 milioni è massiccio per una startup che sta ancora sviluppando il prodotto. Ma la promessa è allettante, risolvere il problema energetico dell’AI prima che diventi insostenibile. Perché al ritmo attuale, tra qualche anno avremo bisogno di centrali nucleari dedicate solo a far girare ChatGPT e i suoi simili.
Chip ibridi: il meglio di due mondi
Il progetto di Unconventional AI non è ricreare un cervello artificiale completo. Sarebbe fantascienza, e anche inutile. L’idea è trovare un nuovo paradigma di calcolo che superi i limiti energetici attuali prendendo in prestito i trucchi della biologia.
Rao immagina chip ibridi dove una parte del trattamento resta digitale, quella per cui i circuiti tradizionali funzionano bene, mentre altre funzioni vengono affidate a circuiti analogici che imitano i neuroni.
Rao è onesto sulle tempistiche, nessun prodotto commerciale vedrà la luce prima di diversi anni. Unconventional AI sta cercando di inventare un’architettura completamente nuova, e questo richiede tempo, ricerca fondamentale, prototipi che falliscono, ripensamenti radicali.
Ma gli investitori sembrano avere pazienza. O forse hanno capito che il problema energetico dell’AI non si risolverà continuando a costruire data center sempre più grandi. A un certo punto serve un salto tecnologico.
Che Jeff Bezos metta soldi in questa startup dice qualcosa. Non è noto per investire in progetti visionari senza solide basi. Ha comprato il Washington Post, ha fondato Blue Origin per portare l’umanità nello spazio, ha costruito Amazon da zero. Quando decide che vale la pena scommettere su qualcosa, di solito ci sono delle ottime ragioni.