Jmail (jmail.world) è un sito interessante per almeno due ragioni. La prima è che il suo autore è riuscito a riprodurre in modo piuttosto fedele l’interfaccia e le modalità di interazione della casella Gmail. La seconda, decisamente più importante, è che raccoglie oltre 20.000 documenti relativi agli scambi intrattenuti da Jeffrey Epstein. Fanno parte dell’archivio pubblicato nelle scorse settimane dal House Oversight Committee.
Come Gmail, ma di Jeffrey Epstein: ecco Jmail
Una volta aperto, pone di fronte a un’interfaccia del tutto simile a quella del servizio di Google, con tanto di inbox, cartella dei messaggi inviati e contatti più frequenti. È sufficiente aprirne uno per leggerlo per intero.

Il campo di ricerca in alto permette inoltre di trovare rapidamente informazioni su un tema o un argomento in particolare, come nel caso di bubba
, nomignolo finito al centro dell’attenzione subito dopo la pubblicazione dei documenti.

Sono davvero tanti i riferimenti a Donald Trump. È proprio la posizione dell’inquilino della Casa Bianca a essere stata messa in discussione: quanto scritto nei messaggi confermerebbe i suoi rapporti stretti con Epstein.

Jmail è una creazione di Luke Igel e Riley Walz. Quest’ultimo ha già lanciato in passato un sito (per essere più precisi una sezione del suo sito ufficiale) chiamata IMG_0001 con lo schermo di una vecchia TV e un telecomando vintage attraverso cui guardare vecchi video caricati su YouTube. Per il suo nuovo progetto ha sfruttato le funzionalità OCR di Gemini, utilizzando dunque l’intelligenza artificiale di Google per estrarre il testo dai documenti pubblicati.
Va ricordato che Trump ha firmato il cosiddetto Epstein Files Transparency Act, stabilendo che l’intero archivio ria reso pubblico in un formato ricercabile e scaricabile
. Come hanno fatto notare alcune testate USA, è prevista un’esclusione per le informazioni che potrebbero mettere a repentaglio un’indagine federale in corso o un procedimento penale in corso
.