La grande mamma dell'attivismo Web 2.0

La grande mamma dell'attivismo Web 2.0

Collactive si propone come interfaccia, come gatekeeper per gli attivisti del Web. Promette di offrire visibilità alle iniziative, consentendo ai promotori di direzionare l'azione di coloro che aderiscono attraverso social tool online
Collactive si propone come interfaccia, come gatekeeper per gli attivisti del Web. Promette di offrire visibilità alle iniziative, consentendo ai promotori di direzionare l'azione di coloro che aderiscono attraverso social tool online

Aggregare le moltitudini intelligenti mosse da un obiettivo, valorizzare e diffondere il loro messaggio, cavalcando la natura magmatica e in fieri del Web 2.0, in cui sono gli utenti a determinare gli argomenti a cui dare risalto. Questo lo scopo della rinnovata piattaforma Collactive , una sorta di interfaccia, di gatekeeper per l’attivismo e per la promozione di iniziative in Rete.

Segnalato da Smart Mobs , rilanciato con un blog ufficiale , Collactive affonda le sue radici in un servizio antispam, Blue Frog. Un servizio che utilizzava, a suo modo, tattiche adottate dall’attivismo Web: frotte di email provenienti da tutti gli abbonati al servizio, inviate contemporaneamente alla casella mittente dello spam, miravano a combattere lo spammer ad armi pari, sul filo della legalità. Abbattuto da una vendetta a mezzo DDoS, Blue Frog si converte in Collactive, servizio offerto alle organizzazioni perché agisca da catalizzatore di visibilità per le cause di attivisti, consentendo di coinvolgere anche coloro che hanno poca familiarità con le tattiche di comunicazione della Rete.

Nel corso dei primi mesi di attività, Collactive si configurava come un software tagliato su misura dalle organizzazioni che rappresentava, capace di recapitare ai loro membri segnalazioni e inviti all’azione: Privacy Alert Network di Bill Scannell , e Worldcoolers , associazione promotrice di azioni contro il riscaldamento globale, hanno implementato Collactive con successo.

Ma ora Collactive ha il suo spazio online, una vetrina delle iniziative presso la quale anche i singoli individui possono propagandare progetti e coinvolgere sostenitori, guidandoli passo per passo nella partecipazione. Una partecipazione non ostruzionista, né aggressiva, ma improntata a sfruttare con intelligenza la multidirezionalità offerta dal Web: segnalazioni, commenti, rilanci e bookmark sono l’arma impugnata dagli utenti di Collactive per farsi spazio nell’agenda politica, per offrire visibilità globale a contributi significativi per la causa in questione.

Sulla homepage di Collactive sono in vista numerosi link, ognuno corrispondente ad un Collactive All Points Bulletin ( APB ): sono link che si aprono in un frame nella pagina del servizio, sono video postati su YouTube, sono articoli tratti da quotidiani online, sono poll e post di blog.

A ciascun contributo è affiancato il pulsante ” act now “, che consente di agire con il contenuto, attraverso gli strumenti offerti dal sito in cui risiede, così come ha previsto colui che ha postato la segnalazione su Collactive. È possibile così attribuire valutazioni ai contenuti, commentarli, inoltrarli, dando loro visibilità presso il sito che li ha pubblicati, proponendoli a destinatari da colpire via email, rilanciandoli presso altre piattaforme.

Colui che posta un APB, colui che si imbatte in un APB, potrà poi inoltrarne il collegamento via email ad una lista di amici, potrà esportarla sul proprio blog o sito, per mobilitare il maggior numero di persone.
Ad accompagnare l’azione dell’individuo c’è inoltre Collactive Web Assistant , che si comporta come un’interfaccia capace di guidare l’utente passo per passo nelle registrazioni e nei login ai servizi supportati, quali Digg, YouTube, reddit, del.icio.us.

La pagina delle proposte di mobilitazione di Collactive propone offerte variegate, come lo scaffale di un supermercato in cui aderire alle iniziative può assumere i contorni di un’operazione solipsistica e impegnativa quanto riempire un carrello e varcare una cassa. Non esistono sistemi di social networking capaci di consolidare una comunità che fa perno sulla causa propagandata, e le proposte interessanti rischiano di perdersi, fra un’esortazione a mobilitarsi per modificare la programmazione di telefilm, e una proposta commerciale, che è probabile non tardino a palesarsi.

Leggendo però Collactive come una delle risorse in mano ad organizzazioni o a singoli promotori, mossi da una buona causa e dalla prospettiva di ottenere visibilità, è evidente come questa interfaccia possa amplificare la voce dell’intelligenza riposta ai bordi della Rete , agevolando lo sfruttamento delle infrastrutture e delle dinamiche del Web, e accompagnando una rete sociale capace di infittire autonomamente i collegamenti che la innervano. Una rete sociale attiva e motivata, che potrebbe non tardare a riversarsi offline .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
10 mag 2007
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