Londra – Lo scorso settembre il colosso tedesco BMG Music annunciò di aver terminato una lunga di fase di test durante la quale ammise di aver “invaso” il mercato europeo con un milione di CD protetti, trasformando di fatto altrettanti consumatori in cavie.
BMG fece anche sapere di aver scelto la tecnologia di protezione Cactus Data Shield di Midbar, la stessa inclusa nell’ultimo CD “White Lilies Island” di Natalie Imbruglia, distribuito da BMG a partire dall’inizio di questo mese.
Come si ricorderà, la tecnologia di Midbar si basa su un meccanismo simile a quello implementato da altri sistemi di questo tipo, come il SafeAudio di Macrovision: in pratica viene aggiunto del rumore casuale sulla traccia audio, errori che vengono corretti da un tradizionale lettore CD – senza, apparentemente, perdite di qualità – ma che rimangono invece tali quando si estraggono le tracce come dati per mezzo di un CD-ROM. Grazie poi all’inserimento di una traccia di controllo scombinata, ma perfettamente leggibile da un player audio, questi CD dovrebbero risultare protetti anche dalla masterizzazione.
Tuttavia BMG e le altre major discografiche forse non hanno ancora compreso che non sono pochi gli utenti che, in buona fede, non intendono rinunciare alla facoltà (diritto?) di ascoltare i propri CD sul computer oppure di poterne estrarre le tracce audio per riversarle, in formato compresso, sui player portatili.
The Register ha riportato che alcuni di questi “dissidenti”, a cui una Natalie incopiabile proprio non andava a genio, hanno presentato le loro rimostranze ad un Virgin Megastore. Virgin ha immediatamente contattato BMG ottenendo dal colosso tedesco la sostituzione dei CD contenenti la tecnologia anticopia a tutti coloro che ne faranno richiesta.
In questo caso c’era una grossa aggravante a carico di Virgin e BMG: il fatto che sulle custodie dei CD non si informasse in alcun modo l’utente sul fatto che l’album era protetto dalla copia e non poteva esser riprodotto sui computer. Virgin ha incolpato BMG di non averla avvisata per tempo del fatto che il CD di Natalie Imbruglia conteneva una tecnologia anticopia, un ritardo che, a suo dire, non le avrebbe permesso di stampare il relativo disclaimer sui CD. Secondo Virgin, anche tutti gli altri rivenditori di musica si troverebbero nella stessa situazione.
C’è comunque da scommettere che questo episodio non fermerà la voglia, da parte delle major, di mettere lucchetti digitali sui CD. Si tratta di vedere quanto “tolleranti” saranno i clienti rispetto a queste pratiche.