La vita attaccata ad un filo

La vita attaccata ad un filo

di Tommaso Lombardi - Tecnologie assistive: miracoli laici del nuovo millennio. Storie di protocibernetica pratica ed uguaglianza, nel mondo della società delle reti
di Tommaso Lombardi - Tecnologie assistive: miracoli laici del nuovo millennio. Storie di protocibernetica pratica ed uguaglianza, nel mondo della società delle reti


Roma – Elliot ha dodici anni. Molti bambini, durante questo felice frammento di vita, conducono un’esistenza spensierata e libera da costrizioni d’ogni genere, slegata dalle forme più adulte di responsabilizzazione. La vita di Elliot, nonostante la tenera età, orbita tutta attorno ad una macchina . No, non è ancora costretto alla snervante routine di chi, quotidianamente, raggiunge il posto di lavoro grazie ad un’automobile (ovvero un qualsiasi altro mezzo di trasporto): Elliot vive ed interagisce soltanto grazie ad un computer . Parla con gli insegnanti, coi genitori, con gli amici, solo attraverso una tastiera. Cresce, si istruisce e costruisce al di là di un monitor.

Il giovane inglese, che trascorre la sua giovinezza nella città portuale di Plymouth, soffre di autismo . Un male radicato nelle profondità della psiche, una silenziosa cortina invisibile che fa precipitare nell’inabilità: impossibilità comunicativa, al giorno d’oggi, significa sparire dal panorama sociale. Se la fisica e la biologia ci suggeriscono che l’assenza di movimento equivale alla morte, al nulla, la sociologia può insegnarci che l’incapacità di comunicare è la fine di ogni possibile relazione sociale. Niente di più vero nella società delle reti che caratterizza il nostro millennio digitale. Chi non dispone degli stessi mezzi che permettono l’accesso ad una società altamente competitiva, con le proprie dinamiche economiche e culturali, è sfortunatamente (ed automaticamente) tagliato fuori.

Negli anni sessanta, il sociologo Marshal McLuhan (inventore della nota espressione “villaggio globale”) sostenne che ” i circuiti elettrici sono l’estensione del sistema nervoso centrale “. Questa ipotesi è adesso realtà, poichè le attuali conoscenze tecnologiche, con finanziamenti adeguati ed un forte supporto pubblico, sono tecnicamente in grado di sconfiggere l’inabilità . I tempi stanno cambiando ed i progressi della cibernetica fanno presagire uno scenario distopico, in cui l’individuo “tecnologicamente potenziato” è teoricamente in grado di sfidare la natura ed il fato. Il cosiddetto cyborg , moderno Icaro, è immerso in una condizione umana priva di differenziazioni biologiche. Questo significa che, effettivamente, ogni qual volta ci interfacciamo ad un computer, la nostra identità biologica decade per mutarsi in una spersonalizzata identità digitale. Un’identità che, nonostante ovvie limitazioni, è in grado di assolvere numerose funzioni solitamente negate a chiunque sia confinato all’interno di un corpo menomato. Dalla lettura vocale, tramite sintesi, di un gustoso libro di narrativa, fino all’autosufficienza domestica.

Attraverso le più moderne tecnologie informatiche assistive , i miracoli sono oltremodo a portata di mouse : quella branca della scienza informatica che si occupa del cosiddetto ” social software ” sta infatti progredendo in maniera incredibile. Talvolta riesce davvero a sanare la terribile frattura voluta dal caso, che vuole due gruppi ben distinti di individui: “abili” ed “inabili”, relativi semplicemente a pratiche sociali diffuse e non al valore umano del singolo. Sciolti dai vincoli del corpo, tutti gli uomini diventano finalmente uguali. Teorie formulate, già da tempo, dalle psicologhe Sandy Stone e Sherry Turkle. L’informatica appare così come la via più breve per raggiungere l’equità sociale.

Vivere attraverso un computer non è fantascientifico: Elliot, il ragazzo inglese che vive appeso al filo del computer, è stato recentemente derubato del suo prezioso pc (un oggetto dal valore di 1800 sterline). Adesso non è più in grado di vivere normalmente. Questo a dimostrazione che, nella tutela sociale, un computer può davvero fare la differenza: autonomia , maggiore libertà e diritto alla costruzione personale .

Nonostante in Italia vi sia una diffusa mancanza di adeguati supporti per coloro che vivono gravi situazioni di handicap mentale o fisico, molto è stato fatto grazie alla promozione dell’assistenza sociale volontaria. Adesso, dopo l’approvazione di una Legge Stanca ancora in attesa di attuazione, serve un passo ulteriore, costoso ma importante: tra i diritti dell’inabile deve rientrare anche l’agevole disponibilità di sistemi informatici ad hoc . Stephen Hawking, genio della fisica e della matematica, non sarebbe ciò che è senza l’aiuto della cibernetica.

Resta da chiedersi quanti altri talenti, sventuratamente debilitati, sono costretti all’anonimato per via di limiti biologici. Probabilmente, con il giusto aiuto tecnologico, potrebbero finalmente condurre una vita normale e, vieppiù, contribuire definitivamente al progresso universale.

Tommaso Lombardi

dello stesso autore:
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Pubblicato il
6 lug 2004
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