Ladro di Tesla arrestato grazie alla Sentry Mode

Ladro di Tesla arrestato grazie alla Sentry Mode

La tecnologia Sentry Mode integrata a bordo delle Tesla ha permesso di arrestare un malvivente responsabile del tentato furto di una Model 3.
Ladro di Tesla arrestato grazie alla Sentry Mode
La tecnologia Sentry Mode integrata a bordo delle Tesla ha permesso di arrestare un malvivente responsabile del tentato furto di una Model 3.

Nei mesi scorsi Tesla ha avviato, per le vetture Model 3, Model S 2 Model X, il rollout di una funzionalità chiamata Sentry Mode (in italiano “Modalità Sentinella”) che sfruttando il sistema di videocamere in dotazione riprende ciò che accade intorno al veicolo quando è parcheggiato. Una tecnologia che, stando a quanto riportato dalla testata ABC7 News, ha contribuito all’arresto di un ladro.

La Sentry Mode delle Tesla

La vicenda ha visto protagonista, suo malgrado, Jed Franklin, possessore di una Model 3 e residente a San Francisco. Il 3 aprile ha ricevuto sul proprio smartphone la notifica di un’attivazione della Sentry Mode. Controllando il flusso video catturato dalle videocamere ha potuto distinguere in modo chiaro l’azione di un malvivente che, dopo aver rotto uno dei finestrini con un arnese di piccole dimensioni, ha cercato senza successo di avviare l’auto e rubarla. Ben visibili sia il volto sia la targa del mezzo guidato per affiancare la Tesla. Consegnata la registrazione alle forze dell’ordine, il responsabile è stato identificato nel 21enne Jeremiah Jefferson e infine arrestato.

È strano. Da una parte mi sono arrabbiato per la rottura dell’auto, dall’altra non potevo credere al fatto che tutto fosse stato registrato.

L’azienda di Elon Musk ha più volte espresso la volontà di migliorare i sistemi di sicurezza implementati a bordo delle proprie vetture e quanto accaduto testimonia come stia andando nella giusta direzione.

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Su queste pagine abbiamo scritto nei mesi scorsi di come, però, talvolta un elevato livello di tecnologia integrato nei veicoli si traduca in vulnerabilità anziché in feature: qualcuno ha dimostrato come prima della risoluzione di un problema software fossero sufficienti pochi secondi per clonare la chiave di una Tesla, mentre altri hanno fatto ricorso a una semplice accoppiata smartphone-tablet per rubarne una. Al fine di far emergere eventuali altre problematiche di questo tipo, l’automaker ha il mese scorso sottoposto la Model 3 alle competenze degli hacker di Pwn2Own.

Fonte: ABC7 News
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Pubblicato il
9 apr 2019
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