Leggi antitrust USA, lobbisti all'opera

Leggi antitrust USA, lobbisti all'opera

Secondo il New York Times, Tim Cook in persona avrebbe telefonato alla Speaker Nancy Pelosi per chiedere di non approvare le leggi antitrust.
Leggi antitrust USA, lobbisti all'opera
Secondo il New York Times, Tim Cook in persona avrebbe telefonato alla Speaker Nancy Pelosi per chiedere di non approvare le leggi antitrust.

Circa due settimane fa sono state presentate cinque proposte di legge che, se approvate, avranno sicuramente conseguenze per Amazon, Apple, Facebook e Google. Come era prevedibile sono subito iniziate le attività di lobbying per scongiurare questa eventualità. Secondo il New York Times, Tim Cook avrebbe contattato direttamente la Speaker Nancy Pelosi e altri membri del Congresso.

Leggi antitrust: un pericolo per le big tech

Il CEO di Apple avrebbe sottolineato che le leggi antitrust potrebbero ostacolare l’innovazione e danneggiare i consumatori. Il pericolo maggiore per le big tech è rappresentato dalla proposta denominata Ending Platform Monopolies Act che promuove la concorrenza attraverso lo “smantellamento” delle aziende più grandi (almeno 600 miliardi di dollari di capitalizzazione). Nel caso di Apple significherebbe la fine del monopolio nella distribuzione delle app e quindi la possibilità per gli utenti di utilizzare altri store digitali.

In seguito alla pubblicazione delle proposte di legge, i membri del Congresso hanno iniziato a ricevere numerose telefonate, email e lettere da vari gruppi di pressione pagati dalla big tech. Lo scopo è ovviamente impedire la loro approvazione, evidenziando i possibili effetti negativi per gli utenti e le piccole aziende. L’obiettivo delle proposte di legge è esattamente il contrario, ovvero consentire alle PMI di competere contro i giganti del settore.

Secondo Bloomberg, se verrà approvata la proposta Ending Platform Monopolies, Amazon dovrebbe addirittura vendere la divisione dei servizi logistici, ovvero la rete di magazzini e centri di consegna negli Stati Uniti.

Stranamente i legislatori non hanno incluso Microsoft tra le aziende, nonostante rientri nei parametri (capitalizzazione di mercato di almeno 600 miliardi di dollari, almeno 50 milioni di utenti attivi al mese e almeno 100.000 utenti business al mese). Il repubblicano Jim Jordan ha chiesto di considerare anche l’azienda di Redmond.

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Pubblicato il 23 giu 2021
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