Uno sviluppatore veterano che collabora al kernel Linux, ha recentemente proposto una serie di 15 patch per aggiornare la configurazione predefinita (“defconfig”) per le architetture x86. L’obiettivo è allineare la configurazione standard del kernel alle funzionalità comunemente adottate dalle principali distribuzioni, come Ubuntu e Fedora/RHEL, rendendola più rappresentativa delle esigenze moderne e migliorando l’esperienza di chi utilizza la configurazione predefinita per test o sviluppo.
Linux: proposte delle patch per modernizzare la configurazione x86
Storicamente, le configurazioni defconfig per x86 miravano a emulare i kernel delle distribuzioni, ma con un set ridotto di driver e tempi di compilazione più brevi. Tuttavia, negli ultimi anni, queste configurazioni si sono discostate dalle scelte delle distribuzioni Linux moderne. Le patch proposte dallo sviluppatore affrontano questa divergenza, introducendo una serie di funzionalità avanzate e ottimizzazioni. Tra le novità più significative troviamo l’abilitazione di default della virtualizzazione KVM su x86_64, il supporto a BPF (Berkeley Packet Filter), opzioni di gestione della memoria come Zswap e transparent hugepage, oltre a miglioramenti per scheduler, cgroups e namespace. Queste modifiche riflettono un superset delle funzionalità già presenti nei kernel delle distribuzioni più popolari, garantendo un kernel più versatile e pronto all’uso.
Oltre all’aggiornamento delle funzionalità, lo sviluppatore ha lavorato anche alla riorganizzazione e alla pulizia dei file defconfig di Linux, migliorando la struttura del sistema di compilazione (kbuild) e introducendo il supporto per il target di compilazione ARCH=x86_32. Quest’ultimo, ormai obsoleto e poco rappresentativo, è stato sincronizzato con la configurazione x86_64 per garantire maggiore coerenza e modernità. L’obiettivo è rendere la defconfig un punto di riferimento più affidabile per sviluppatori e contributori che testano modifiche al kernel.
Le patch sono attualmente in fase di revisione e, se approvate, potrebbero essere integrate in una futura versione del kernel Linux. Si tratta di sicuro di un passo importante verso un kernel Linux predefinito più robusto e in linea con le esigenze delle distribuzioni moderne, semplificando lo sviluppo e l’adozione di nuove funzionalità per gli utenti finali.