L'uomo focaccina, farina del sacco di Google

L'uomo focaccina, farina del sacco di Google

In attesa del codice, al campus di Mountain View arriva un pupazzone a rappresentare la prossima release del sistema operativo Android. Con qualche dubbio sull'identità del nuovo OS
In attesa del codice, al campus di Mountain View arriva un pupazzone a rappresentare la prossima release del sistema operativo Android. Con qualche dubbio sull'identità del nuovo OS

Gingerbread è il nome in codice della prossima “main release” di Android. E che Google sia alacremente al lavoro sul nuovo OS è un fatto dato oramai per scontato, confermato persino dagli ingegneri di Mountain View ancorché in maniera indiretta sui forum di assistenza. Quel che resta ignota è la vera “identità” di Gingerbread , o per meglio dire quale sarà la piattaforma per cui Google avrà deciso di ottimizzare le caratteristiche del suo nuovo parto open source ma non troppo .

La conferma dell’esistenza “concreta” di Gingerbread arriva dai forum ufficiali di Android, dove in risposta a una richiesta di aiuto in merito al login su reti WiFi un ignoto ingegnere di Mountain View dice che il problema verrà risolto nella “prossima major release” dell’OS mobile.

Dunque Google è impegnata a forgiare il codice del suo sistema al pan di zenzero , e in rispetto dei dettami del marketing virale a Mountain View è appena arrivato un pupazzo gigante installato proprio vicino allo yogurt congelato che rappresenta “Froyo” aka Android 2.2. “Siamo stati impegnati a cucinare qualcosa” si limita a dire il video, “ed è piuttosto dolce”.

Resta ora da capire a quale tipo di dispositivi e “form factor” Gingerbread sarà destinato: Froyo, lo ammette anche Google, non è esattamente l’ideale quando si parla di tablet e MID di classe superiore a quella di uno smartphone, e resta dunque valida la possibilità che Gingerbread rappresenti un vero e proprio “fork” di Android destinato alle lavagnette (3.X), da abbinare alla codeline di Froyo (2.X) pensata per i telefonini di nuova generazione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 ott 2010
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