Addio Spotify: i Massive Attack e la loro presa di posizione

Addio Spotify: i Massive Attack e la loro presa di posizione

Presa di posizione dei Massive Attack nei confronti di Spotify: la nuova musica del duo britannico non arriverà in streaming su Spotify.
Addio Spotify: i Massive Attack e la loro presa di posizione
Presa di posizione dei Massive Attack nei confronti di Spotify: la nuova musica del duo britannico non arriverà in streaming su Spotify.

I prossimi lavori dei Massive Attack non arriveranno su Spotify. Lo ha comunicato il duo britannico con un messaggio condiviso su Instagram che non lascia spazio a interpretazioni.

Dal prossimo anno pubblicheremo una serie di lavori creati nel recente passato. Le canzoni saranno disponibili su supporto fisico e digitale attraverso una nuova etichetta, con un’eccezione per Spotify.

Massive Attack sempre più lontani su Spotify

Qual è il motivo di una presa di posizione tanto netta? È da ricercare nei legami di Daniel Ek, CEO della piattaforma, con l’azienda tedesca Helsing che produce sistemi AI per la guerra. Attraverso la sua società di investimenti Prima Materia l’ha finanziata con centinaia di milioni di dollari. Tra le tecnologie sviluppate ce n’è una legata ai droni destinati all’ambito bellico.

Nel mese di settembre, i Massive Attack avevano pubblicato un altro post per comunicare la richiesta inoltrata all’etichetta di rimuovere il loro intero catalogo dal servizio dai servizi di streaming in Israele.

In supporto all’iniziativa No Music For Genocide, i Massive Attack hanno inoltrato una richiesta formale all’etichetta discografica (Universal Music Group) per rimuovere la nostra musica da tutte le piattaforme di streaming nel territorio di Israele.

A proposito di Ek, a fine settembre ha reso nota l’intenzione di lasciare la poltrona di amministratore delegato a partire dall’1 gennaio 2026. Gli subentreranno Alex Norström e Gustav Söderström come co-CEO. Non abbandonerà comunque i vertici dell’azienda che ha fondato vent’anni fa, diventando presidente esecutivo e concentrandosi maggiormente sugli obiettivi di lungo termine.

Non è la prima volta che Spotify finisce al centro di una protesta degli artisti. Il caso più emblematico è quello di Neil Young, che in epoca di pandemia ha deciso di abbandonare la piattaforma per aver dato voce a teorie complottiste su COVID e vaccini, attraverso i microfoni del podcast di Joe Rogan.

Aggiornamento (18 novembre 2021)

Spotify ci scrive per un’integrazione all’articolo, chiedendo di specificare in modo più chiaro che l’adesione all’iniziativa No Music for Genocide e la decisione dei Massive Attack di lasciare Spotify sono due eventi distinti. La riportiamo di seguito.

No Music for Genocide è un’iniziativa che vede gli artisti prendere posizione rispetto ad Israele, e riguarda la rimozione della musica da tutte le piattaforme nel Paese, non solamente da Spotify, mentre la decisione dei Massive Attack di lasciare Spotify è stata una forma di protesta legata esclusivamente agli investimenti di Daniel Ek in Helsing, azienda europea impegnata nello sviluppo di tecnologie di difesa, che in nessun modo risulta coinvolta in Palestina.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
17 nov 2025
Link copiato negli appunti