La questione è nota a tutti coloro che utilizzano WhatsApp: da alcuni mesi il pulsante di Meta AI viene mostrato nella schermata principale dell’applicazione ed è impossibile rimuoverlo. Questo potrebbe configurare un abuso di posizione dominante, considerando la leadership di Meta nel mercato dei servizi di comunicazione. Per questo motivo, AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha avviato un’istruttoria. Il riferimento è a un’eventuale violazione dell’articolo 102 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea).
AGCM sull’imposizione di Meta AI in WhatsApp
La dinamica non è difficile da interpretare: l’obiettivo di Meta è trainare la propria base utenti nel nuovo mercato, non attraverso una concorrenza basata sui meriti, ma “imponendo” agli utenti la disponibilità dei due servizi distinti con potenziale pregiudizio dei servizi concorrenti
. Vale a dire che trovandosi il pulsante di Meta AI costantemente sotto gli occhi, gli utenti sono in qualche modo forzati al suo impiego, attraverso una modalità che potrebbe danneggiare la concorrenza nel crescente settore degli assistenti e chatbot di intelligenza artificiale. La pratica, in gergo, si definisce tying.

Nell’ambito dell’istruttoria, ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi della controllata italiana Facebook Italy S.r.l., con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Il testo del provvedimento (PDF) sottolinea come Il servizio di Meta AI è stato reso autonomamente disponibile agli utenti senza che questi si siano attivati in tal senso
. Inoltre, AGCM ha intenzione di fare chiarezza sull’eventuale impiego delle domande poste dagli utenti per addestrare i modelli AI. È stata individuata una discrepanza tra quanto dichiarato all’interno di WhatsApp e i termini di servizio.
In altre parole, sembra che le interazioni dell’utente con Meta AI siano utilizzate per il training del modello, ad eccezione dei messaggi privati e salvo l’eventuale richiesta contraria formulata nell’ambito della singola chat.
A questo va aggiunto che Meta AI è preinstallato anche con Messenger, altro servizio di messaggistica istantanea controllato dalla società. È inoltre prevista un’integrazione con Instagram, seppur con modalità differenti. La palla passa ora nelle mani di Meta, che ha 60 giorni per far valere le proprie ragioni.
La posizione di Meta
Abbiamo ricevuto in redazione la posizione ufficiale di Meta a proposito dell’istruttoria avviata dall’Antitrust. È attribuita a un portavoce della società. La riportiamo di seguito.
Offrire accesso gratuito alle nostre funzionalità di intelligenza artificiale su WhatsApp dà a milioni di italiani la possibilità di scegliere di usare l’AI in un ambiente che già conoscono, di cui si fidano e che comprendono. Stiamo collaborando pienamente con l’Autorità italiana garante della concorrenza.