Meta denuncia sito che pubblica dati di Instagram

Meta denuncia sito che pubblica dati di Instagram

Meta ha denunciato un privato e un'azienda che effettuato la raccolta (scraping) dei dati degli utenti Instagram e Facebook, senza il loro consenso.
Meta denuncia sito che pubblica dati di Instagram
Meta ha denunciato un privato e un'azienda che effettuato la raccolta (scraping) dei dati degli utenti Instagram e Facebook, senza il loro consenso.

Meta ha presentato una denuncia contro il proprietario del sito MyStalk che pubblica i dati di oltre 350.000 utenti Instagram senza il loro consenso. Una seconda denuncia è stata presentata contro Octopus, la sussidiaria USA di un’azienda cinese che offre servizi di scraping. Meta consiglia vari accorgimenti per evitare l’accesso alle informazioni personali.

Scraping for hire e siti clone

Meta cerca di limitare la raccolta indiscriminata (scraping) dei dati degli utenti da diversi anni. Il sito MyStalk, gestito dal turco Ekrem Ateş, ha pubblicato le informazioni di oltre 350.000 utenti Instagram (post, foto, storie). La raccolta dei dati è stata effettuata attraverso migliaia di account automatizzati, creati per poter accedere ai contenuti che non sono visibili agli utenti non registrati.

Meta spiega che sono già state attuate diverse azioni contro questo soggetto dal mese di febbraio 2021, tra cui la disattivazione degli account, l’invio di una lettera “cease and desist” e la revoca dell’accesso ai servizi, ma il sito è ancora online. Ora l’azienda di Menlo Park ha presentato una denuncia per violazione dei termini d’uso.

La seconda denuncia è stata presentata contro Octopus, un’azienda che offre servizi di “scraping for hire”. Dietro il pagamento di una commissione, i clienti possono utilizzare un software che raccoglie i dati degli utenti di Facebook, Instagram, Amazon, eBay, Twitter, Yelp, Google, Target, Walmart, Indeed e LinkedIn. Oltre ai termini del servizio, Octopus ha violato il Digital Millennium Copyright Act. Meta ha quindi chiesto al giudice un’ingiunzione permanente.

Gli utenti dovrebbero controllare le impostazioni sulla privacy per ridurre al minimo le informazioni pubbliche. È consigliato inoltre l’attivazione dell’autenticazione in due fattori, l’uso di password robuste (ci sono diversi software per la loro gestione) e l’installazione di antivirus che bloccano l’accesso ai siti fraudolenti e i tentativi di phishing.

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Fonte: Meta
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Pubblicato il
6 lug 2022
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