Meta deve fornire tutti i dati degli utenti

Meta deve fornire tutti i dati degli utenti

Meta deve fornire tutti i dati personali degli utenti per rispettare il diritto di accesso previsto dal GDPR, ma i tempi di attesa sono lunghissimi.
Meta deve fornire tutti i dati degli utenti
Meta deve fornire tutti i dati personali degli utenti per rispettare il diritto di accesso previsto dal GDPR, ma i tempi di attesa sono lunghissimi.

Meta deve fornire l’accesso completo a tutti i dati personali, quando un utente li richiede. Questa è la sentenza della Corte Suprema austriaca arrivata dopo 11 anni dalla denuncia presentata da Max Schrems, fondatore dell’organizzazione noyb. Ciò dimostra il mancato rispetto del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) da parte dell’azienda di Menlo Park e la lunghezza dei procedimenti legali.

200.000 euro di spese legali, 500 euro di risarcimento

La vicenda descritta da noyb riguarda solo Max Schrems, ma mette in luce le difficoltà che può incontrare un cittadino europeo quando decide di chiedere il rispetto della legge sulla privacy. L’avvocato aveva provato ad accedere ai suoi dati personali nel 2011. Meta ha invece fornito solo informazioni parziali tramite il tool di download.

Schrems ha quindi presentato una denuncia nel 2014. Dopo 11 anni è arrivata la sentenza definitiva della Corte Suprema austriaca. Meta deve fornire tutti i dati personali (copia 1:1), oltre alle informazioni su sorgente, destinazione e scopo del trattamento entro il 31 dicembre. I giudici hanno respinto le giustificazioni dell’azienda californiana sul mancato rispetto della richiesta, tra cui presunti segreti commerciali.

La Corte Suprema ha inoltre imposto il blocco delle inserzioni personalizzate, in quanto Meta non ha mai avuto una valida base legale. Ciò significa che deve essere chiesto un esplicito consenso agli utenti (opt-in). L’azienda di Menlo Park non può inoltre raccogliere dati su salute, orientamento sessuale e opinioni politiche (spesso ottenute da app e siti di terze parti) senza autorizzazione.

I giudici hanno deciso infine un risarcimento di 500 euro per le violazioni del GDPR. L’intero procedimento legale è costato oltre 200.000 euro. Max Schrems ha sottolineato che un cittadino europeo deve aspettare molti anni per ottenere il rispetto del GDPR e spendere migliaia di euro.

La legge sulla privacy è praticamente inapplicabile. Meta e altre Big Tech sfruttano diversi “trucchi” per rallentare i procedimenti e, in alcuni casi, l’aiuto della Data Protection Commission dell’Irlanda.

Fonte: noyb
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Pubblicato il
23 dic 2025
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