Meta permetterà ai candidati di utilizzare assistenti AI durante i test di coding. È l’inizio di una nuova era dove conta più saper collaborare con l’intelligenza artificiale?
Meta rivoluziona i colloqui di lavoro, ora si può usare l’AI per i test di programmazione
L’azienda di Zuckerberg ha condiviso un memo interno che annuncia la possibilità di usare assistenti AI nei colloqui di lavoro, riconoscendo di fatto una realtà che molte aziende preferiscono ancora ignorare. I developer oggi lavorano fianco a fianco con l’intelligenza artificiale.
Se Meta, una delle big tech più influenti al mondo, dice che l’AI fa parte del lavoro quotidiano, quanto tempo passerà prima che tutti gli altri seguano l’esempio?
La mossa di Meta è furba. Tutti sanno che i candidati usano già ChatGPT di nascosto durante i test online. Le aziende fanno finta di non saperlo, i candidati fanno finta di non farlo. Ma tutti lo fanno. Invece di continuare questa farsa, Meta ha deciso di consentire l’uso dell’AI una volta per tutte.
Meta non sta improvvisando, sta cercando già dei volontari. È un approccio serio e ragionato che dimostra quanto l’azienda punti su questa svolta. I test daranno informazioni preziose: quali candidati sanno collaborare efficacemente con l’AI? Chi la usa come stampella e chi come amplificatore delle proprie capacità? Chi sa fare le domande giuste all’intelligenza artificiale?
La rinascita di Meta nel segno dell’AI
L’azienda ha imparato la lezione nel modo più costoso possibile. Dopo aver buttato 46 miliardi di dollari nel metaverso, Zuckerberg ha cambiato completamente rotta. Ora punta tutto sull’intelligenza artificiale. E questa volta sembra averci azzeccato. Invece di creare mondi virtuali che nessuno voleva, sta integrando l’AI in servizi che la gente usa già ogni giorno.
Meta ha creato un team “Superintelligence” composto in gran parte da ex-dipendenti OpenAI, molti dei quali sono stati letteralmente “rubati” da Zuckerberg con offerte che la stessa OpenAI ha definito “ridicole” in un memo interno ai dipendenti.
Ma quello che Meta sta facendo solleva delle domande: cosa significa essere bravi in qualcosa quando l’AI può farlo meglio e più velocemente di noi? Se un candidato risolve un problema usando l’AI, sta dimostrando intelligenza o dipendenza tecnologica?