Meta ha appena presentato “Vibes“, un nuovo feed all’interno dell’app Meta AI e sul sito meta.ai. Ogni contenuto che si vedrà è generato interamente dall’intelligenza artificiale. Inoltre, i brevi video creati dall’AI sono remixabili, personalizzabili e condivisibili su Instagram, Facebook o via DM.
Arriva Vibes, il feed con i video AI da condividere su Facebook e Instagram
Mark Zuckerberg ha annunciato Vibes con una serie di video surreali, come un gatto che impasta la pasta, e una donna egiziana che si scatta un selfie su un balcone nell’antico Egitto… Tutto generato dall’AI, senza alcun intervento umano. Meta promette che l’algoritmo imparerà dai propri gusti e proporrà contenuti sempre più personalizzati.
Gli utenti possono generare video da zero o partire da quelli già presenti nel feed. È possibile aggiungere immagini, musica, effetti visivi e modificare lo stile prima di pubblicare. I video possono essere condivisi su Vibes, inviati in privato o postati su Instagram e Facebook.
Per la prima versione di Vibes, Meta ha collaborato con Midjourney e Black Forest Labs (di Flux), due nomi noti della generazione di immagini AI. L’azienda però non si ferma qui. Nel frattempo continua a sviluppare i propri modelli, all’interno di “Meta Superintelligence Labs“, la nuova divisione nata a giugno dopo la recente riorganizzazione.
La reazione tiepida degli utenti…
Non tutti però sembrano entusiasti. Sotto l’annuncio di Zuckerberg, i commenti più votati esprimono scetticismo e ironia. Insomma, è evidente che agli utenti non interessa proprio un bel niente. Il lancio di Vibes arriva peraltro in un momento in cui le piattaforme social stanno cercando di arginare l’ondata di contenuti generati dall’AI, spesso criticati perché percepiti come impersonali e di scarso valore.
Solo pochi mesi fa, Meta aveva dichiarato guerra ai contenuti “non originali” su Facebook, invitando i creator a puntare su storie autentiche. Ora, con Vibes, sembra fare marcia indietro, offrendo un feed popolato interamente di contenuti AI. Una scelta che lascia perplessi, soprattutto mentre concorrenti come YouTube cercano di limitare l’AI slop.