Metel, malware per le banche russe

Metel, malware per le banche russe

Una nuova minaccia informatica prende di mira gli istituti finanziari russi e non solo, infetta i sistemi al cuore della gestione delle transazioni e poi manda in giro i criminali a eseguire prelievi infiniti dagli ATM
Una nuova minaccia informatica prende di mira gli istituti finanziari russi e non solo, infetta i sistemi al cuore della gestione delle transazioni e poi manda in giro i criminali a eseguire prelievi infiniti dagli ATM

Gli analisti di Kaspersky hanno identificato una nuova genia di malware progettata per infettare le banche e gli istituti finanziari ai massimi livelli, una minaccia complessa che prevede di agire in più fasi e di servirsi dei complici sul campo. L’obiettivo ultimo è prelevare soldi dagli ATM a ciclo continuo, indipendentemente dalla disponibilità totale dei conti correnti compromessi.

Metel (o Corkow), questo il nome del malware, arriva prima di tutto via posta elettronica con campagne di spear-phishing molto ben mirate: una volta infettato uno dei sistemi della banca presa di mira, Metel si fa strada all’interno del network interno fino a raggiungere i nodi responsabili della delicata gestione delle transazioni finanziarie, dei prelievi agli ATM e tutto quanto.

A quel punto i cyber-criminali dietro Metel si connettono al server infetto tramite backdoor, ottenendo il pieno controllo nella gestione della suddette transazioni finanziarie. Mentre i complici prelevano il denaro dagli sportelli automatici di una banca diversa da quella infetta, i criminali connessi online “eliminano” la transazione e permettono in sostanza di prelevare ancora denaro dal conto.

La gang di Metel sfrutta il ritardo necessario a verificare le transazioni interbancarie per eseguire il “rollback” dei prelievi da ATM, e la tecnica si è dimostrata parecchio efficace visto che Kaspersky parla di 30 banche russe infette e furti per milioni di rubli in una singola notte.

Il malware Metel non è l’unica minaccia recente identificata dagli analisti russi in ambito finanziario, un settore sempre più in voga tra i cyber-criminali e che include anche un’altra operazione a opera del cosiddetto “gruppo GCMAN”. In questo caso le transazioni truffaldine sono automatizzate e sono dirette, 200 dollari di prelievo forzato alla volta, verso vari servizi di moneta virtuale senza che la banca colpita ne sappia nulla.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 feb 2016
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