Meteorite trovato da un drone e un algoritmo

Meteorite trovato da un drone e un algoritmo

Un gruppo di ricercatori in Australia ha trovato un meteorite sulla Terra sfruttando un drone e un algoritmo di intelligenza artificiale.
Meteorite trovato da un drone e un algoritmo
Un gruppo di ricercatori in Australia ha trovato un meteorite sulla Terra sfruttando un drone e un algoritmo di intelligenza artificiale.

Dopo la ricerca di reperti antichi o dispersi, adesso i droni diventano utili anche per la ricerca di meteoriti: si tratta dell’Australia stavolta, dove un gruppo di ricercatori della Curtin University ha localizzato un meteorite caduto sulla Terra in questo modo.

Il processo ha richiesto 4 giorni, con i quali il drone (aiutato dal Desert Fireball Network, una serie di osservatori che tracciano e inseguono i meteoriti) ha tracciato e scovato questo oggetto spaziale caduto sulla Terra.

Il drone e l’intelligenza artificiale hanno trovato un meteorite in 4 giorni

L’osservazione umana del meteorite è durata 3,1 secondi, con i quali i due oservatori del DFN hanno ridotto la zona d’impatto a 5 chilometri quadrati. Essendo troppo vasta quest’area – visto e considerato che il meteorite sulla Terra aveva una dimensione di 10 centimetri – il gruppo della Curtin University ha usato immagini di meteoriti conosciuti e ambienti simili per preparare un algoritmo da dare al drone.

meteorite

Successivamente il drone è stato lanciato per raccogliere le immagini dal terreno e inserirle nell’algoritmo: in questo modo, tutta l’area è stata coperta in 3 giorni da un drone DJI M300. Il passo successivo è stato quello di sfruttare l’algoritmo per analizzare le foto: il risultato è stato una zona papabile in termini di somiglianza.

Effettivamente, una volta arrivati li, i ricercatori hanno trovato il meteorite di 70 grammi: ad aiutare c’è stato il fatto che quella zona è totalmente desertica, cosa che ha facilitato l’uso del drone (in un bosco sarebbe stato molto più difficile). Spesso quando un meteorite approccia il suolo terrestre lascia dei segni (alberi distrutti per esempio) ma in caso di zone così aperte risulta davvero difficoltoso riuscire a trovarne uno: per questo un approccio analitico basato su un’intelligenza artificiale capace di studiare le foto potrebbe in futuro aiutare molto la ricerca dei vari reperti una volta arrivati su suolo terrestre.

Fonte: InnovationAus
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Pubblicato il 23 mar 2022
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