Microsoft apre i suoi dischi virtuali

Microsoft apre i suoi dischi virtuali

Il big di Redmond ha aperto il proprio formato d'immagine per le macchine virtuali, una mossa con cui intende favorire l'interoperabilità e favorire l'ascesa sul mercato delle proprie soluzioni di virtualizzazione
Il big di Redmond ha aperto il proprio formato d'immagine per le macchine virtuali, una mossa con cui intende favorire l'interoperabilità e favorire l'ascesa sul mercato delle proprie soluzioni di virtualizzazione

Bruxelles – Sul mercato dei software di virtualizzazione oggi dominato da VMware e pochi altri vendor, Microsoft spera di attrarre l’interesse degli sviluppatori aprendo la specifica Virtual Hard Disk (VHD): si tratta del formato d’immagine utilizzato da BigM per salvare lo stato delle macchine virtuali create con Virtual PC, Virtual Server e l’hypervisor del futuro Windows Server Longhorn .

Microsoft aveva già parzialmente aperto VHD distribuendolo sotto una licenza libera da royalty . Ora ha inserito la specifica di questo formato nella sua Open Specification Promise (OSP), con cui si impegna a non perseguire legalmente gli sviluppatori che implementeranno tale tecnologia all’interno delle proprie applicazioni. Una mossa che dovrebbe rendere VHD maggiormente compatibile con le licenze open source , favorendo così la collaborazione già in atto tra Microsoft e Xen Source: quest’ultima, come noto, sviluppa una delle più note piattaforme open source per la virtualizzazione.

“Puntiamo a fornire l’interoperabilità già in fase di progetto”, ha affermato Bob Muglia, senior vice president del Server and Tools Business di Microsoft. “Ciò significa fornire agli utenti il controllo sui loro dati e ai vendor tecnologie in grado di connettere sistemi diversi tra loro. Con la specifica VHD disponibile sotto OSP, il nostro formato di virtualizzazione diventa utilizzabile in qualsiasi modello di sviluppo o business”.

Ad oggi VHD è già stato adottato da oltre 60 società di software, tra cui Diskeeper, BMC e Fujitsu Siemens Computers.

VHD, disponibile su licenza dal maggio dello scorso anno, crea in un singolo file una sorta di disco fisso virtuale in cui si trovano memorizzati il sistema operativo virtualizzato e le relative applicazioni. Tutti i software che supporteranno tale formato saranno in grado di caricare il file e ripristinare lo stato di una macchina virtuale salvato in precedenza: questo su qualunque PC e, eventualmente, sotto sistemi operativi differenti da quello in cui è stata originariamente creata.

La scorsa primavera anche VMware ha aperto il proprio formato d’immagine , impegnandosi altresì a supportare “qualsiasi altro formato di virtualizzazione aperto”. Sarà dunque interessante vedere se VMware abbraccerà anche VHD.

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Pubblicato il 19 ott 2006
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