Monopolio Google: sentenza inutile secondo i critici

Monopolio Google: sentenza inutile secondo i critici

Arrivano molte critiche sulla sentenza del giudice Amit Mehta che ha praticamente confermato alcune pratiche anticoncorrenziali di Google.
Monopolio Google: sentenza inutile secondo i critici
Arrivano molte critiche sulla sentenza del giudice Amit Mehta che ha praticamente confermato alcune pratiche anticoncorrenziali di Google.

Google non deve vendere Chrome e annullare i contratti, ma non può imporre vincoli per rilasciare le licenze e deve condividere alcuni dati con terze parti. Il Dipartimento di Giustizia ritiene di aver ottenuto un’importante vittoria. Una senatrice, il CEO di Epic Games e diverse organizzazioni hanno criticato la sentenza del giudice, usando anche parole forti. Ovviamente ci sono anche commenti positivi.

La sentenza è pura codardia giudiziaria

La decisione sui rimedi del giudice Amit Mehta sembra in contrasto con la sentenza di agosto 2024 che ha stabilito il monopolio di Google nel mercato dei motori di ricerca. La senatrice Amy Klobuchar ha dichiarato che i rimedi sono limitati, quindi è necessario introdurre leggi per bloccare il dominio delle Big Tech, come quella presentata oltre quattro anni fa e approvata solo dalle Commissioni Giustizia.

Anche il CEO di DuckDuckGo (Gabriel Weinberg) chiede l’intervento del Congresso per impedire a Google di ostacolare i concorrenti. La Presidente e CEO di News/Media Alliance (Danielle Coffey) ha evidenziato che Google rafforzerà il suo potere di mercato attraverso i servizi AI. Gli editori non possono evitare l’accesso ai contenuti usati per addestrare Gemini. La critica più feroce arriva dal direttore di American Economic Liberties Project (Nidhi Hegde) con parole piuttosto forti:

Il tribunale ha ritenuto Google responsabile del mantenimento di uno dei monopoli più influenti e dannosi dell’era di Internet. Eppure ha stranamente deciso di lasciare il suo potere quasi intatto. Imporre la responsabilità solo nominalmente è pura codardia giudiziaria.

Tim Sweeney (CEO di Epic Games) ha invece commentato la decisione del giudice con un post ironico su X:

È come se un imputato avesse rapinato una serie di banche e il verdetto del tribunale lo avesse dichiarato colpevole, condannandolo poi alla libertà vigilata, in base alla quale avrebbe potuto continuare a rapinare banche, ma avrebbe dovuto condividere i dati sulle sue modalità di rapina con altri rapinatori.

Altre organizzazioni, tra cui Computer & Communications Industry Association (CCIA), Competitive Enterprise Institute, NetChoice e Chamber of Progress, festeggiano la vittoria di Google in riferimento alla vendita di Chrome, ma evidenziano i rischi per la privacy degli utenti dovuti alla condivisione dei dati di ricerca.

Fonte: The Verge
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
3 set 2025
Link copiato negli appunti