Napster: il no-copyright non si ferma qui

Napster: il no-copyright non si ferma qui

La questione del libero accesso all'informazione non si chiude con Napster. Parola del CEO del sistemone, Hank Berry
La questione del libero accesso all'informazione non si chiude con Napster. Parola del CEO del sistemone, Hank Berry


San Francisco (USA) – Chi pensava che con l’associazione di Napster al business delle grandi case della produzione e distribuzione musicale internazionale si chiudessero le battaglie combattute per una maggiore libertà di accesso alla musica si sbagliava. Ad affermarlo è nientemeno che Hank Berry, il dinamico CEO dell’azienda che ha governato Napster in questi mesi sotto le sferzate dell’industria del disco.

“Questa – ha detto Barry – è una battaglia molto importante nella quale siamo tutti chiamati a svolgere un ruolo e che ha ben poco a che vedere con Napster. E’ una battaglia sull’accesso all’informazione”.

Ben lontano dal rivedere in alcun modo il percorso fin qui seguito da Napster per cercare di sopravvivere tra incudine (le majors) e martello (i tribunali), Barry ha spiegato che la crociata contro singoli individui e imprese che esplorano “le zone grigie e inesplorate” della proprietà intellettuale nascono dagli “assolutisti del copyright”.

Barry deve fare i conti anche con una audience che ha perlopiù abbandonato Napster negli ultimi tre mesi e ha spiegato come la facilità di recuperare file musicali in rete rappresenti “dal punto di vista di un produttore musicale, la cosa peggiore che possa accadere”.

Ma la situazione è proprio questa e per scaricare un file ci vogliono pochi clic. Anche per questo un professore dell’università di New York, Siva Vaidhyanathan, che ha parlato insieme a Barry in occasione di una conferenza sul peer-to-peer, ha sottolineato come il concetto della condivisione lanciato da Napster sopravviverà e crescerà al di là dei destini di Napster stesso. Gnutella e Freenet, secondo Vaidhyanathan, rappresentano il futuro del file-sharing. E saranno un osso molto più duro per le imprese tradizionali e per il concetto tradizionale di copyright.

“Preparatevi – ha detto Barry – perché questa sarà una grande battaglia e durerà almeno 10 anni”.

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Pubblicato il 19 giu 2001
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