Nebula, cloud computing democratico

Nebula, cloud computing democratico

Una start up nata dagli sforzi tecnologici di NASA svela un sistema di server alla portata anche dell'unità meno performante
Una start up nata dagli sforzi tecnologici di NASA svela un sistema di server alla portata anche dell'unità meno performante

La missione di “democratizzazione” delle infrastrutture di cloud computing avviata da Nebula ha recentemente raggiunto un importante traguardo tecnologico: la società nata da una costola di NASA ha presentato la prima appliance basata sulla piattaforma OpenStack , promettendo costi di impiego ridotti e ampia adattabilità alle strutture CED già operative.

Per facilitare quanto più è possibile l’adozione del cloud computing “privato”, Nebula ha arricchito il framework di OpenStack con funzionalità di sicurezza e di gestione che ne dovrebbero consentire l’adozione e l’integrazione senza problemi all’interno delle infrastrutture aziendali pregresse.

Le aziende non possono spendere in consulenza il denaro risparmiato con l’acquisto di sistemi CED a basso costo, ha dichiarato il CEO e founder di Nebula (nonché ex-CTO NASA) Chris Kemp, e la più recente iterazione di OpenStack dovrebbe appunto rispondere all’esigenza di personalizzazione senza spese aggiuntive per l’integrazione in infrastrutture preesistenti.

La appliance di Nebula è progettata per funzionare con i server più economici disponibili sul mercato, è dotata di uno switch da 10 GB e 48 porte ed è modulare: teoricamente è possibile accorpare centinaia di unità per costruire un data center dotato di potenza da vendere e Petabyte in spazio di storage complessivo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 lug 2011
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