Nessun aumento in base all'inflazione, ma non basta

Nessun aumento in base all'inflazione, ma non basta

L'emendamento sull'aumento delle tariffe in base all'inflazione è stato ritirato, ma ci sono altre proposte che possono danneggiare i consumatori.
Nessun aumento in base all'inflazione, ma non basta
L'emendamento sull'aumento delle tariffe in base all'inflazione è stato ritirato, ma ci sono altre proposte che possono danneggiare i consumatori.

In seguito alle proteste delle associazioni dei consumatori e delle opposizioni, Forza Italia ha ritirato l’emendamento al DDL Concorrenza che avrebbe consentito aumenti delle tariffe telefoniche in base all’inflazione. Consumerismo No Profit ha tuttavia evidenziato altre cinque proposte che, se approvate, danneggeranno i consumatori.

La giustificazione di Forza Italia

In base all’emendamento 9.0.113, gli operatori telefonici potevano aumentare le tariffe in base all’indice annuale dei prezzi al consumo (ISTAT). L’adeguamento doveva avvenire in automatico una volta all’anno, solo per i nuovi contratti e non rappresentava una variazione delle condizioni, quindi l’utente non aveva diritto alla rescissione del contratto senza spese (come per i contratti in corso).

Uno dei promotori, Dario Damiani di Forza Italia, ha comunicato che l’emendamento è stato ritirato. Il senatore ha fornito questa giustificazione:

Continuiamo a leggere attacchi pretestuosi e strumentali ad un nostro emendamento al DDL Concorrenza che riguarda le tariffe telefoniche. Non si può far finta di non vedere che oggi, in Italia, vige la legge della giungla, con prezzi che variano, unilateralmente, da un momento all’altro. Così, da tariffe inizialmente molto basse si arriva a pagare, nel giro di pochi mesi, cifre di molto superiori. Noi siamo per la regolarità e la trasparenza a tutela dei consumatori. Per questo abbiamo proposto delle regole chiare. A fronte delle polemiche che ne sono scaturite, abbiamo deciso di ritirare il nostro emendamento. Ma chiediamo di aprire quanto prima un tavolo di confronto per individuare le modalità migliori per regolamentare il settore delle tariffe a tutela dei cittadini.

In pratica, per evitare aumenti frequenti, Forza Italia voleva consentirli per legge con spese di recesso a carico dell’utente. Questa è stata la risposta del Codacons:

Di pretestuoso vediamo solo le giustificazioni date dai firmatari di questo emendamento che, se approvato, avrebbe non solo ridotto i diritti dei consumatori, privandoli della possibilità di recedere senza costi dai contratti, ma anche determinato danni economici per centinaia di milioni di euro ogni anno per le tasche degli utenti. Ora ci aspettiamo che anche gli altri emendamenti a danno dei consumatori, come quello che autorizza i call center a pagamento, siano ritirati senza indugio.

L’associazione si riferisce all’emendamento 6.0.9, presentato da Damiani e altri due senatori di Forza Italia, che prevede la modifica del piano di numerazione nazionale per consentire agli operatori di offrire i servizi di assistenza telefonica a pagamento. Consumerismo No Profit evidenzia che l’emendamento contraddice l’art. 64 del Codice del Consumo, in base al quale l’assistenza post-vendita deve essere gratuita.

Altre critiche riguardano gli emendamenti 8.0.7, 8.0.8, 8.0.9 e 8.0.10, presentati da senatori di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva, che consente agli operatori di accedere al database della portabilità dei numeri mobili (MNP) e di usare i dati per attività di marketing. Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo No Profit, ha dichiarato:

Il database MNP è nato per garantire libertà di scelta, non per alimentare campagne pubblicitarie. Consentirne l’uso commerciale significa permettere agli operatori di inseguire i clienti con offerte mirate, sfruttando informazioni che dovrebbero restare neutrali. È una forma di pressione mascherata da concorrenza. Per questo chiediamo al Parlamento di respingere questi emendamenti e di riportare il testo alla sua vera missione: rafforzare la tutela dei consumatori e costruire mercati equi e trasparenti.

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Pubblicato il
29 ott 2025
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