News, Facebook vuol dire fedeltà

News, Facebook vuol dire fedeltà

Quasi l'80 per cento degli iscritti al social network in blu tornerebbe nel giro di una settimana su un sito d'informazione già raggiunto a mezzo social. Ma il predominio di Google nel traffico globale è ancora netto
Quasi l'80 per cento degli iscritti al social network in blu tornerebbe nel giro di una settimana su un sito d'informazione già raggiunto a mezzo social. Ma il predominio di Google nel traffico globale è ancora netto

Si tratta di cifre percentuali che testimonierebbero come la collaborazione attiva con siti come Google e Facebook alimenti un valore duraturo per i principali media online. A evidenziarlo, un recente studio pubblicato dalla società d’analisi statunitense Hitwise , che ha scoperto quanto siano fedeli ai vari siti d’informazione gli utenti del social network in blu.

Questione di numeri . Secondo lo studio di Hitwise, il 78 per cento degli utenti di Facebook – già indirizzati verso siti come quello del Wall Street Journal – è ritornato ad abbeverarsi alla stessa fonte giornalistica nel giro di una settimana. Una percentuale che ha superato quella relativa a Google, che tramite il suo aggregatore ha raggiunto quota 67 per cento . Sempre di utenti che sono poi tornati sullo stesso sito.

L’analisi di Hitwise è stata condotta nel corso della prima settimana di marzo, relativamente alla top 5 dei siti d’informazione a mezzo stampa. I risultati per i media audiovisivi non sono cambiati di molto: Facebook ha superato Google di 13 punti percentuali in quanto a utenti che sono ripassati nell’arco di sette giorni. Sul sito di CNN, ad esempio, l’84 per cento degli utenti del social network è ritornato ad informarsi alla stessa fonte .

Secondo Hitwise , questa particolare forma di fedeltà da parte degli iscritti al sito di Mark Zuckerberg dovrebbe far piacere a media e inserzionisti, in barba agli ormai noti trend di decrescita della raccolta pubblicitaria. Fedeltà che gli utenti di Google sembrerebbero coltivare meno intensamente, nonostante il netto predominio del motore di BigG quando si parla semplicemente di traffico globale verso i vari siti d’informazione.

Un altro studio – condotto dalla società di sicurezza informatica Arbor Networks – ha infatti spiegato come BigG sia responsabile del 6-10 per cento di tutto il traffico della Rete all’estate del 2009. L’analisi di Arbor Networks si è basata sui dati anonimi di circa 110 Internet Service Provider, sottolineando quanto abbia pesato sulla crescita del motore di Mountain View l’acquisizione, nel 2007, di YouTube.

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
22 mar 2010
Link copiato negli appunti