C’era una volta il sogno NFT, poi la bolla è scoppiata. L’idea alla base dei non-fungible token era di per sé valida (di fatto lo sarebbe ancora), ma come altri asset basati sulle infrastrutture decentralizzate delle blockchain è stata erosa e svuotata di ogni prospettiva sostenibile da quella stessa speculazione selvaggia che solo pochi anni fa ha fatto esplodere il settore. Oggi si segnala la cessione del progetto CryptoPunks.
NFT: il progetto CryptoPunks a una fondazione non profit
Si tratta di una collezione composta da 10.000 personaggi unici, immagini con dimensioni pari a 24×24 pixel generate algoritmicamente, come si legge sul sito ufficiale. All’apice del successo, una di queste è stata venduta per una somma pari a 23,7 milioni di dollari.
La maggior parte ritrae ragazzi e ragazze dall’aspetto punk, ma ce ne sono anche di più rari: scimmie, zombi e persino qualche alieno.
Il progetto è stato messo in campo inizialmente nel 2017 da Larva Labs. Nel 2022 è ceduto a Yuga Labs, lo stesso team del Bored Ape Yacht Club. Oggi la sua gestione passa nelle mani di NODE (Infinite Node Foundation). È la fondazione non profit che solo poche settimane fa ha ricevuto un finanziamento da 25 milioni di dollari. Il suo obiettivo dichiarato è quello di costruire il futuro dell’arte digitale
.
L’entità dell’accordo economico non è stata rivelata. Nell’annuncio si legge però che la compravendita dei CryptoPunks continua a generare profitti, stimati in oltre 317 milioni di dollari attraverso le vendite secondarie effettuate quest’anno, più di tutti gli artisti contemporanei viventi
.
NODE porterà la collezione nel mondo reale, esponendola su un supporto fisico e in uno spazio reale, all’interno di uno hub permanente allestito a Palo Alto, in California. Questa la dichiarazione d’intenti.
I CryptoPunks hanno contribuito a definire cosa potrebbe essere l’arte digitale. Ora prospereranno attraverso la partecipazione e il dialogo culturale decentralizzati.