Niente pubblicità tracciante? Mozilla fa la sua proposta

Niente pubblicità tracciante? Mozilla fa la sua proposta

La foundation del Panda Rosso propone un meccanismo di "opt-out" dal tracciamento della navigazione che sfrutta le comunicazioni basilari del protocollo HTTP. La parte più difficile resta la collaborazione dei pubblicitari
La foundation del Panda Rosso propone un meccanismo di "opt-out" dal tracciamento della navigazione che sfrutta le comunicazioni basilari del protocollo HTTP. La parte più difficile resta la collaborazione dei pubblicitari

Lo fanno, non lo fanno, ma soprattutto come lo fanno: Mozilla torna a discutere della cosiddetta “not track list” e di come gestire questa caratteristica nel pieno rispetto del normale funzionamento del web. La foundation che ha regalato al mondo (tra gli altri) Firefox e Thunderbird è convinta del fatto che una eventuale funzionalità di “opt out” dal tracciamento delle abitudini di navigazione vada implementata a un livello di comunicazione quanto più basso è possibile per risultare efficace .

La discussione sulla do not track list per i network pubblicitari è sempre quella avviata dalla Federal Trade Commission statunitense , convinta della necessità di fornire agli utenti nuovi strumenti in difesa della privacy in Rete al punto da proporre la loro implementazione obbligatoria all’interno dei browser web.

Col passare delle settimane l’idea sta raccogliendo consensi, e alla lista pubblicitaria integrata direttamente nel browser dice sì Microsoft così come la stessa Mozilla – sebbene in quest’ultimo caso si prospetti l’aggiunta della tecnologia in una versione di Firefox successiva alla 4.0 per motivi tecnici .

Mozilla vuole aspettare per fare le cose nel migliore dei modi, e nel mentre aggiunge le sue proposte alla discussione in corso sulle liste obbligatorie. In particolare è opinione della foundation – per bocca del responsabile privacy e policy pubblica Alex Fowler – che la comunicazione della volontà di opt-out dell’utente vada trasmessa nei pacchetti di informazione come parte dell’header HTTP standard .

Integrando la tecnologia do not track all’interno dell’header HTTP, dice Fowler, ci si assicurerebbe il suo funzionamento “universale” e si garantirebbe il suo successo “sul lungo termine”. Usare l’header HTTP rappresenta un sistema “meno complesso” da utilizzare, sostiene Fowler, e offre uno strumento di implementazione dotato di maggior persistenza rispetto a quelli basati sui cookie o su liste di network pubblicitari da far bloccare manualmente all’utente.

Sistema di implementazione a parte, anche Mozilla ammette quello che al momento rappresenta il tallone di Achille delle tecnologie basate su liste: il buon funzionamento del sistema necessita della collaborazione e della partecipazione attiva dei network pubblicitari , gli unici soggetti in grado di dare seguito alla scelta dell’utente di non venire tracciato nelle sue abitudini di navigazione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 gen 2011
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