Nella stessa intervista in cui ha ribadito la volontà di dire addio a SPID e fornito una prima tempistica per l’arrivo della carta di identità nell’app IO, il sottosegretario Alessio Butti si è pronunciato anche su un altro tema digitale importante: l’utilizzo dello smartphone da parte dei minori. La sua visione, a questo proposito, si discosta almeno in parte da quella di altri esponenti del governo. Il riferimento non può che essere al ministro Giuseppe Valditara, che spinge invece per un divieto totale nelle scuole.
La tecnologia è neutrale
Parlando a Repubblica, Butti ci tiene a sottolineare sono d’accordo con il divieto a scuola
, ma al tempo stesso sono convinto che il problema non sia il dispositivo in sé, ma il contenuto che viaggia sul telefonino
. Una differenza sostanziale, che finalmente pone l’attenzione non sullo strumento, ma sull’utilizzo che se ne fa, non sul contenitore, bensì sul contenuto. Solo da questa premessa si può partire per spiegare ai più piccoli come utilizzare la tecnologia senza esporsi ai rischi che nasconde il mondo online.
Una frase in particolare ci sembra dettata dal buon senso e il corretto punto di partenza per intavolare una discussione che sia costruttiva, non viziata dalla volontà dell’imporre un divieto a prescindere, per una crociata che ancor prima di risultare inapplicabile ci sembra anacronistica.
Non possiamo dichiarare guerra alla tecnologia. La tecnologia è neutrale, non è buona né cattiva. Ma bisogna avere un controllo al massimo sui contenuti che viaggiano su questi dispositivi.
La verifica dell’età: Italia in prima linea
Un altro tema affrontato è quello relativo alla verifica dell’età necessaria per l’accesso ai contenuti di siti e piattaforme. Se ne sta discutendo proprio in queste settimane, in seguito al rilascio di un prototipo da parte della Commissione europea. Il sistema in questione è costituito da un’applicazione dalla natura open source. La fase di test coinvolge anche l’Italia, insieme a Danimarca, Francia, Grecia e Spagna.
… si tratterà di una soluzione pilota prima dell’entrata in vigore del portafogli digitale europeo. È evidente che l’Italia è stata scelta per via degli ottimi risultati del portafoglio digitale italiano, IT Wallet.
L’importante, secondo Butti, è anche in questo caso evitare un divieto generalizzato.
Cambierà il modo in cui giovani accederanno ai servizi e quali servizi potranno usare. Io spero solo che non avvenga lo scenario che meno auspico, che si finisse per vietare in qualche modo l’uso dei dispositivi ai minori.