Smartphone vietati nelle scuole superiori: la crociata di Valditara

Smartphone vietati nelle scuole superiori: la crociata di Valditara

Il Ministero vieta qualsiasi utilizzo dello smartphone anche nelle scuole superiori, ma nella stessa circolare si contraddice più volte.
Smartphone vietati nelle scuole superiori: la crociata di Valditara
Il Ministero vieta qualsiasi utilizzo dello smartphone anche nelle scuole superiori, ma nella stessa circolare si contraddice più volte.

Puntuale come l’arrivo dell’estate e i consigli dei TG su come evitare di sdraiarsi sull’asfalto nelle ore più calde, tra giugno e luglio arriva la nuova circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito inerente a un tema molto caro al suo reggente: gli smartphone a scuola. Quella dello scorso anno ne imponeva il divieto nelle aule di elementari e medie, a questo giro tocca alle superiori. Attendiamo l’aggiornamento del 2026 per le università.

Niente smartphone alle superiori, è una priorità

L’utilizzo del telefono cellulare dovrà essere impedito durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico. Un intervento definito improcrastinabile, una priorità assoluta per il dicastero.

Tale intervento appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche.

A supporto della tesi sono citati due studi condotti da OCSE (PDF) e OMS (sito ufficiale), entrambi datati 2024, e uno dell’ISS (PDF) risalente al 2023. Pur senza scendere nei dettagli ed evitando di sottolineare come non si tratti dell’unica letteratura disponibile sull’argomento, e di come la stessa comunità scientifica abbia manifestato visioni molto differenti in merito, il passaggio della circolare appena citato appare quantomeno contraddittorio. Valditara e i sostenitori del divieto assoluto ritengono davvero sia questo l’unico modo per evitare l’uso eccessivo o non corretto a cui fanno riferimento?

L’ipotesi di accompagnare i ragazzi nell’apprendimento di un utilizzo virtuoso dello strumento non costituirebbe un’opzione valida da prendere almeno in esame, considerando anche che si tratta di adolescenti? Ancora, davvero si ritiene possibile, nel concreto, impedire a un maggiorenne (alle superiori si va anche con la patente) di portare in aula lo smartphone?

Tra le altre cose, la circolare stessa mette in evidenza che OCSE ritiene quindi necessario adottare programmi per un uso responsabile di Internet. Non siamo certi che delegare la responsabilità di questo insegnamento alle interazioni con i dispositivi che gli studenti intrattengono nell’orario extrascolastico sia la strada giusta da percorrere.

Così parlò Valditara, le scuole si adeguino

La palla passa ora nelle mani delle scuole superiori, chiamate ad aggiornare i regolamenti interni, vietando categoricamente l’utilizzo dello smartphone anche a fini didattici. Sono da stabilire sanzioni disciplinari per i trasgressori.

Alla luce di tutto quanto rappresentato, le istituzioni scolastiche provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto. È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione.

Le eccezioni previste

L’unica eccezione prevista è quella per gli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento.

Resta inteso che l’uso del telefono cellulare sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per motivate necessità personali.

Un’altra contraddizione, a cui gli istituti potranno appellarsi per giustificare un’inevitabile applicazione morbida del divieto, è quella che ne consente l’utilizzo in contesti specifici. Insomma, sì allo scientifico e no al classico? Sia mai che per insegnare Platone e Leopardi si possa ricorrere anche a uno schermo.

Analogamente, l’utilizzo del telefono cellulare rimane consentito qualora, sulla base del progetto formativo adottato dalla scuola, esso sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica nell’ambito degli specifici indirizzi del settore tecnologico dell’istruzione tecnica dedicati all’informatica e alle telecomunicazioni.

Via libera invece a PC, tablet e lavagna elettronica. Forse la differenza è da ricercare nella diagonale.

Esclusivamente per finalità didattiche resta ovviamente confermato l’impiego degli altri dispositivi tecnologici e digitali a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento, come pc, tablet e lavagna elettronica, secondo le modalità programmate dalle scuole nell’esercizio della propria autonomia didattica e organizzativa.

E gli smartwatch?

Il Ministero continua poi a ignorare altre tipologie di dispositivi, inclusi gli smartwatch, che pur avendo un form factor e modalità di fruizione differenti possono costituire una fonte di distrazione o esercitare un impatto negativo al pari di quanto fa uno smartphone. Aggiornamento per il dicastero: esistono orologi che si connettono a Internet in completa autonomia, anche se il telefono rimane a casa.

Ce n’è anche per l’intelligenza artificiale

L’ultimo paragrafo della circolare è dedicato all’intelligenza artificiale. Qui, non c’è divieto, ma un invito generico a promuoverne un uso efficace. Qualche insegnante si è già portato avanti.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
17 giu 2025
Link copiato negli appunti