Non è la prima volta che accade, e non sarà l’ultima: un gioco di dubbio gusto viene proposto per il download online, e la sua pubblicazione scatena la protesta del gruppo etnico-religioso bersagliato dalle bombe (virtuali) durante il gameplay. Questa volta la parte dei buoni la fanno gli USA e la parte dei cattivi i musulmani tutti, nessuno escluso: ora il gioco è stato cancellato dal suo autore , con tante scuse e un paio di spiegazioni.
Si chiamava (e si chiama ancora, visto che è ancora rintracciabile online) Muslim Massacre : letteralmente Il Massacro dei Musulmani . Scopo del gioco, inutile dirlo, fare fuori qualsiasi cosa ci si trovi davanti, che abbia le vaghe sembianze di un fedele dell’Islam. Un crescendo di eccidi e carneficine, portato avanti fino a scontrarsi con i boss di fine livello: nell’ordine Bin Laden, il Profeta Maometto e, dulcis in fundo, Allah in persona.
Protagonista della carneficina una specie di Rambo, armato di mitragliatore e lanciagranate, che si muove in un ambiente 2D con musiche e sprite anni 80, e che sul sito web dell’applicazione (al momento offline) propaganda la sua storia come “Il gioco del moderno genocidio religioso”. Scopo della missione è niente di meno che “Prendere il controllo dell’eroe statunitense e cancellare la razza musulmana con un arsenale delle armi più distruttive del mondo!”. Nel complesso , molta azione splatter e poco altro.
Come detto, non è la prima volta che un gioco simile finisce in rete. Questa volta la parte dei cattivi è interpretata dalla “razza musulmana” (qualunque cosa sia): altre volte erano stati i soldati USA ad essere descritti come il nemico da abbattere. In questo caso, tuttavia, l’autore è finito suo malgrado al centro di una polemica che – a suo dire – non intendeva scatenare.
“Le mie intenzioni quando ho rilasciato il programma – ha spiegato in una lettera – erano di deridere la politica estera degli Stati Uniti e il luogo comune statunitense che giudica i Musulmani persone ostili da trattare con sospetto”. Sigvatr , così si fa chiamare l’autore del gioco, porge le sue scuse per i problemi causati: “È diventato evidente che questo gioco non ha ottenuto l’effetto che speravo, e ha invece causato solo danni a persone innocenti”.
Da qui la decisione di rimuovere il gioco dal sito e pubblicare una lettera di ammenda . Con l’ invito a “dare ascolto a quanto i veri musulmani hanno da dire, ad aprirsi a loro quando li si incontra nei negozi, sui mezzi pubblici o al lavoro”: poiché “I musulmani di tutto il mondo soffrono a causa di quanti vogliono che si vergognino di loro stessi, e di quanti non vogliono ascoltarli quando provano a difendersi”. Altro che granate, insomma.
Luca Annunziata