P2P, nessuna assoluzione in Spagna

P2P, nessuna assoluzione in Spagna

L'industria parte all'attacco: la sentenza è di primo grado e non legalizza alcunché. Già partito l'appello. Con le major anche i ministri spagnoli della Cultura e della Giustizia. I media? Fuorvianti ed ingannatori
L'industria parte all'attacco: la sentenza è di primo grado e non legalizza alcunché. Già partito l'appello. Con le major anche i ministri spagnoli della Cultura e della Giustizia. I media? Fuorvianti ed ingannatori

Santander – Con una durissima nota i discografici spagnoli hanno reagito ad una clamorosa sentenza che nei giorni scorsi ha scosso la comunità online spagnola. Il giudice Paz Aldecoa del tribunale penale di Santander ha infatti stabilito che se non c’è lucro non c’è reato e ha mandato assolto un 48enne che non solo scaricava e condivideva file musicali ma ne proponeva compilation su CD agli amici in chat e forum.

I produttori musicali di Promusicae fanno notare come contro la sentenza di Santander, che risale allo scorso luglio, sia già stato presentato ricorso . A detta dell’industria, la sentenza non legalizza in alcun modo l’uso del peer-to-peer per lo scambio di file musicali protetti dal diritto d’autore, come invece riportato da molti media. Per le major infatti, la sentenza riguarda lo scambio e la commercializzazione di opere su CD e non la loro condivisione su P2P: ciò significa che il motivo per cui è stato assolto l’uomo, secondo l’industria, è legato al fatto che non abbia lucrato sullo scambio di CD. Organizzato in rete su forum e chat, lo scambio avveniva via posta, con la spedizione di compilation di CD tra utenti.

“Suscita indignazione il fatto che alcuni abbiano presentato una sentenza di primo grado, peraltro sottoposta già a ricorso, come la prova che il P2P sia legale in Spagna”, ha dichiarato Antonio Guisasola, presidente di Promusicae.

L’indignazione che le major dicono di provare sembra peraltro condivisa dal Governo spagnolo. Nella loro nota, gli industriali parlano di un meeting con il ministro della Giustizia e con quello della Cultura, che avrebbero rinnovato il proprio impegno a contrastare l’uso illegale del P2P .

Promusicae spiega di aver appellato la sentenza in quanto ritiene che lo scopo di lucro anche secondo l’attuale giurisprudenza spagnola sia un concetto ampio che deve essere applicato pure al caso di utenti che scambino CD con le proprie musiche preferite, “illegalmente copiate”.

Guisasola si spinge ad affermare che i programmi P2P “sono illegali tanto in Spagna quanto in tutta Europa. Diciamolo chiaro una volta per tutte, il P2P è in qualche caso illegale e in certe circostanze il suo uso può costituire un reato”. Sarebbe invece “emblematico” il fatto che la sentenza sia stata “convenientemente manipolata in certi circoli tecnologici” al fine di “servire gli interessi di chi viola senza scrupoli la legalità e se ne vanta”.

Secondo Victor Domingo, presidente dell’ Associazione degli Internauti spagnola, la sentenza non è altro che un fatto “naturale” mentre è preoccupante che il ministero delle Finanze “abbia agito come parte in un processo in cui l’accusa ha chiesto una pena di due anni di carcere e una multa enorme per il solo fatto che qualcuno si sia scambiato archivi di musica”. Domingo ritiene che il Governo sia di fatto parte di una campagna per “criminalizzare Internet”.

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Pubblicato il 6 nov 2006
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