Pagamenti in contanti, il governo rilancia: tetto a 10.000 euro

Pagamenti in contanti, il governo rilancia: tetto a 10.000 euro

Il governo valuta di raddoppiare il limite ai pagamenti in contanti, con un bollo speciale da 500 euro per le transazioni più alte.
Pagamenti in contanti, il governo rilancia: tetto a 10.000 euro
Il governo valuta di raddoppiare il limite ai pagamenti in contanti, con un bollo speciale da 500 euro per le transazioni più alte.

Un recente studio condotto dalla BCE lo ha confermato e ribadito: gli italiani non sono pronti a fare a meno dei contanti, nonostante carte e applicazioni siano ormai di uso quotidiano. Che assist meraviglioso, per chi legifera. Da lì a presentare un emendamento dedicato al testo della manovra 2026 è un attimo. La proposta è quella di innalzare il limite dei pagamenti cash a 10.000 euro, con l’introduzione di un bollo speciale per le cifre più alte.

Pagamenti in contanti fino a 10.000 euro?

Oggi il tetto massimo è fissato a 5.000 euro, in caso di via libera verrebbe dunque raddoppiato. L’ultimo rialzo risale al 2023, a opera dell’attuale governo (in precedenza era 1.000 euro). L’idea giunge dai banchi di Fratelli d’Italia, la Lega si è già dichiarata pronta a sostenerla in aula.

Per quanto riguarda il bollo speciale, sarebbe un’imposta di 500 euro applicata per i pagamenti dal valore compreso tra i 5.001 euro e i 10.000 euro. Un balzello non da poco. La misura sarà oggetto di discussione e dovrà in ogni caso fare i conti con le indicazioni che arrivano da Bruxelles.

Come si comportano gli altri paesi europei?

L’Europa ha infatti già approvato un regolamento che mira ad armonizzare la situazione in tutti gli stati membri, a partire dal luglio 2027, prevedendo inoltre l’obbligo di sanzionare le violazioni. Oggi il panorama è piuttosto frammentato. In territori come quelli di Germania, Austria, Paesi Bassi e Svezia non c’è alcun limite, mentre la Grecia non consente di versare oltre 500 euro in una singola transazione, Spagna e Francia fino a 1.000 euro.

Come ricorda la Repubblica, la prima norma di questo genere introdotta in Italia risale al 1991, quando c’era ancora la vecchia valuta. Permetteva di pagare con un massimo di 20 milioni di lire, tramutati in 21.500 euro con l’ingresso della nuova moneta, tetto massimo mantenuto fino alla crisi finanziaria del 2008.

Fonte: la Repubblica
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Pubblicato il
16 dic 2025
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