PagoPA a Poste Italiane: interviene l'antitrust

PagoPA a Poste Italiane: interviene l'antitrust

L'autorità antitrust ha evidenziato criticità concorrenziali nella procedura scelta dal governo per la cessione del 49% di PagoPA a Poste Italiane.
PagoPA a Poste Italiane: interviene l'antitrust
L'autorità antitrust ha evidenziato criticità concorrenziali nella procedura scelta dal governo per la cessione del 49% di PagoPA a Poste Italiane.

Il Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha bocciato la modalità scelta dal governo per cedere il 49% di PagoPA a Poste Italiane. Secondo l’autorità antitrust è necessario scegliere l’operatore più qualificato tramite un’asta pubblica. ABI (Associazione Bancaria Italiana) aveva criticato il provvedimento. Il Codacons ha presentato un esposto a Corte dei Conti e AGCM il 13 marzo.

Possibile danno alla concorrenza

PagoPA S.p.A. è la società (proprietà del Ministero dell’Economia al 100%) che gestisce la piattaforma pagoPA per i pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi. Il governo ha deciso di cedere il 51% all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e il 49% a Poste Italiane con il decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024, noto come decreto PNRR.

L’art. 20 del suddetto decreto stabilisce inoltre che il corrispettivo della cessione delle quote verrà determinato sulla base di una relazione giurata di stima prodotta da uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale nominati dal Ministero dell’Economia.

ABI aveva evidenziato il rischio di uno squilibrio competitivo, in quanto Poste Italiane è uno dei PSP (Prestatori dei Servizi di Pagamento) che attualmente opera in concorrenza con le banche. In caso di acquisizione del 49% di PagoPA potrebbe imporre tariffe maggiori alle banche e ottenere i dati dei loro clienti da sfruttare per vendere i propri servizi.

L’autorità antitrust afferma che la procedura adottata dal governo (in pratica una cessione diretta) per la vendita del 49% a Poste Italiane presenta varie criticità concorrenziali, in quanto non sono garantite condizioni trasparenti e non discriminatorie.

AGCM chiede quindi al legislatore di valutare modalità alternative per l’individuazione dell’operatore più qualificato, ad esempio un’asta pubblica che permetta di confrontare più manifestazioni di interesse. La stima giurata del valore di PagoPA rappresenterà la base d’asta.

Fonte: Repubblica.it
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Pubblicato il
19 mar 2024
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